La cura è cultura

"A viso aperto" le testimonianze di chi ha vissuto l'emergenza, Cremona in primo piano FOTO

Il docufilm di Ambrogio Crespi sarà proiettato domani sera in Piazza Marconi a Cremona.

"A viso aperto" le testimonianze di chi ha vissuto l'emergenza, Cremona in primo piano FOTO
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"A viso aperto" le testimonianze di chi ha vissuto l'emergenza, Cremona in primo piano: il docufilm di Ambrogio Crespi sarà proiettato domani sera, venerdì 18 settembre 2020, in Piazza Marconi a Cremona. A causa delle norme covid la serata è a invito.

"A viso aperto" le testimonianze di chi ha vissuto l'emergenza, Cremona in primo piano

Domani, venerdì 18 settembre 2020, alle ore 20.30, in Piazza Marconi a Cremona, si svolgerà una serata dedicata alla Cura come Cultura, a chi ha affrontato l’emergenza con tenacia: ai sanitari, ai volontari, a chi si è ammalato, a chi non c’è più e a chi ha donato.
Allestiremo un cinema dove un cinema non c’è per la proiezione del docu-film A VISO APERTO di Ambrogio Crespi.

In apertura l’esibizione di Lena Yokoyama (violinista) che, dopo il concerto dal tetto dell’Ospedale di Cremona  ascoltato in tutto il mondo, torna a casa.

Scopo dell’evento è valorizzare il lavoro di tutti coloro che hanno dato un contributo essenziale nei mesi più critici ed enfatizzare la bellezza della nostra Città, con l’auspicio della rinascita.

L’idea è quella di costruire un accadimento simbolico che parte dal concetto di Cura come Cultura, con l’obiettivo di valorizzare tutte le Arti quali elementi fondanti del benessere della persona e della civiltà.  Anche durante la pandemia immaginazione e creatività hanno rappresentato la cifra stilistica più efficace per comunicare con i cittadini e con i media.

Interverranno: Vito Danilo Gagliardi (Prefetto di Cremona) Stefano Bruno Galli (Assessore alla Cultura Regione Lombardia) Gianluca Galimberti (Sindaco di Cremona) Giuseppe Rossi (Direttore Generale ASST di Cremona), Giovanni Bozzini (Segretario generale Associazione Uniti per la Provincia di Cremona) Ambrogio Crespi (Regista), Luigi Crespi (autore) e Natascia Turato (autrice), Stefania Mattioli (Responsabile Comunicazione ASST di Cremona).

Un evento per recuperare ciò che era rimasto in sospeso da febbraio

“Sentivamo la necessità di incontrare le persone, ringraziarle anche con lo sguardo e la presenza” – Giuseppe Rossi (Direttore generale ASST di Cremona)

“La proiezione del docufilm A viso aperto di Ambrogio Crespi – spiega Giuseppe Rossi, Direttore generale ASST di Cremona - ci ha offerto l’opportunità di organizzare una serata corale, dedicata alla cura e alla cultura. Sentivamo la necessità di incontrare le persone che hanno attraversato con noi l’emergenza; di ringraziarle con la nostra presenza, con lo sguardo, in un luogo diverso dall’ospedale. Il desiderio era quello di aprire l’iniziativa a tutti i nostri colleghi, all’intera Città, ma a causa delle norme di prevenzione covid siamo stati costretti a limitare gli accessi attraverso gli inviti”.

“Questo non ci ha impedito – continua Rossi - di provare a coinvolgere in modo eterogeneo i tutti i diversi mondi possibili, speriamo di esserci riusciti. In platea saranno presenti le istituzioni, gli operatori sanitari, tecnici e amministrativi, le associazioni di categoria, il mondo del volontariato, dello sport e della stampa. Ci saranno pazienti e famigliari. Gli studenti del Corso di Laurea in infermieristica, i collaboratori dell’ospedale da campo dei Samaritan’s Purse e i donatori; la Croce Rossa, la Protezione Civile e Siamo Noi Onlus. Chi non è fisicamente presente potrà seguire la diretta streaming dal sito di CremonaOggi e dalla pagina Facebook di Cremona1. Anzi. Vi invitiamo a connettervi con noi, in questo modo la platea reale e quella virtuale si uniranno in un corpo unico, saremo davvero insieme”.

“Per l’ASST di Cremona partecipare alle riprese di “A viso aperto” di Ambrogio Crespi è stato importante sia dal punto di vista umano che istituzionale – aggiunge Rossi. La possibilità di lasciare una traccia tangibile, visiva, di quanto è accaduto a Cremona, nei mesi dell’emergenza, rappresenta un riconoscimento per il lavoro svolto dai sanitari. Le testimonianze raccolte da Ambrogio Crespi sono intense e rispettose; raccontano come le persone, nei diversi ruoli, si sono sentite, cosa hanno provato e quali cicatrici emotive e psicologiche sono rimaste nel loro profondo”.

“E’ un racconto che mette a nudo il nostro Paese – conclude Rossi -, anche nella suo saper essere solidale, intraprendente e sensibile. E’ innegabile che nell’emergenza è uscita tutta la forza dell’umanità, il suo potenziale proattivo e in ospedale lo abbiamo toccato con mano, ogni giorno. A viso aperto è un film che documenta e aiuta ad elaborare i fatti, un processo necessario per affrontare il presente e il tempo che verrà”.

Una telefonata e il viaggio in bicicletta nella città ferita si fa immagine

“Abbiamo scelto di raccontare sin dall’inizio, immaginazione e creatività hanno fatto notizia, ci hanno aiutato ad attraversare il dolore” – Stefania Mattioli (Responsabile Comunicazione ASST di Cremona

“Collaborare con Ambrogio e Luigi Crespi è stata una esperienza intensa ed emozionante sotto il profilo professionale, creativo e umano. Ci ha uniti da subito un comune sentire che ha preso forma nelle immagini emblematiche e potenti dell’inizio di A viso aperto.

Immagini dove l'intera Città di Cremona prende voce per raccontare la sua ferita e il suo desiderio di rinascita - spiega Stefania Mattioli (Responsabile Comunicazione ASST Cremona).

“Tutto è nato da una conversazione telefonica con Luigi Crespi (ideatore e autore del progetto) durante la quale ho raccontato in modo spontaneo come stava cambiando il mio viaggio quotidiano per andare al lavoro, da casa all’ospedale; la trasformazione della città deserta, l’assenza delle voci e delle persone conosciute, le sensazioni che provavo – continua Mattioli. Quella telefonata è diventata un testo, poi riadattato nella sceneggiatura e tradotto in immagini. A viso aperto è un’opera significativa, anche per le immagini bellissime e struggenti della nostra città, dell’Ospedale da campo. Cremona, ripresa dall’alto, parlasse attraverso la voce fuori campo, dando voce ai pensieri dei suoi abitanti”.

“Durante l’emergenza abbiamo scelto di raccontare. Sin dall’inizio lo abbiamo fatto attraverso lo sguardo di giornalisti, inviati di guerra, documentaristi, fotografi che sono venuti da tutte le parti del mondo (Usa, Giappone, Korea, Svezia, Portogallo, Germania, Francia, Inghilterra) e di Italia – afferma Mattioli. Abbiamo lavorato con più di 150 testate, dalla CNN in poi. I professionisti sono arrivati a Cremona per capire cosa stava succedendo. Hanno scoperto la nostra città nel dolore, ma anche nella sua bellezza e l’hanno rappresentata come esempio di capacità e resilienza”.

“Immaginazione e creatività hanno saputo fare notizia, ci hanno aiutato ad attraversare un accadimento tragico e a sentirci comunque vivi – conclude Mattioli. Il concerto di Lena Yokoyama dal tetto dell’Ospedale di Cremona - ispirato a Chagall - ne è l’esempio più emblematico. Per questo Lena si esibirà di nuovo per noi, domani sera, davanti al Museo del Violino. Anche per guardare ad un futuro diverso da come lo avevamo pensato con spirito propositivo”.

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