SDRAMMATIZZIAMO UN PO'

A Spino cartello shock contro il sovraffollamento all’ambulatorio medico

Immediato il tam tam via chat, il cartello ha fatto il giro del paese.

A Spino cartello shock contro il sovraffollamento all’ambulatorio medico
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Cartello shock fuori dallo studio medico. Un colorito avviso per i pazienti del dottor Erno Bombelli, che ha dato indicazioni agli abitanti di Spino d’Adda per evitare il sovraffollamento dei locali.

Cartello shock

Il caos è il migliore amico del panico, perciò, per evitare pandemoni e pandemie, il dottor Bombelli non ci gira intorno e senza mezzi termini, dice ai “suoi” come comportarsi.

“A causa del fot**to coronavirus, da oggi in sala d’attesa non devono esserci più di tre persone! Aspettere fuori”

Sono queste le parole scritte a mano sul cartello esposto all’esterno degli ambulatori medici di via Quaini. Il pittoresco “no entry”, ottimo per esorcizzare la psicosi da coronavirus, in men che non si dica ha fatto il giro del paese, infestando le chat degli spinesi. Un invito a mantenere un comportamento responsabile forse non espresso nel migliore dei modi, ma in maniera efficace e talmente capillare che si può quasi dire pedagogico.

Il perchè delle precauzioni

Ironia a parte, per evitare gli affollamenti e ridurre la diffusione di qualsiasi forma infettiva di carattere respiratorio, il medico ha invitato a limitare la presenza in ambulatorio, fissando a tre il numero massimo di pazienti contemporaneamente ammessi in sala di attesa. Questo perché l’indice di mortalità del virus non è molto diverso da quella di una comune influenza, ma rispetto a quest’ultima il coronavirus è molto più infettivo. L’alto rischio di contagio, fino a 10 volte superiore, è il motivo per cui le autorità stanno adottando misure stringenti. Pur non comportando necessariamente gravi conseguenze, infatti, l’alto tasso di infettività rischia di paralizzare il sistema sanitario nazionale.

Disposizioni generali

Se affetti da febbre, tosse o altri sintomi respiratori, si sconsiglia di presentarsi direttamente nei presidi medici e ospedalieri. Nell’interesse di tutta la cittadinanza, l’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Cremona ha precisato che nell’attuale contesto è controindicato che questi pazienti si rechino direttamente presso gli studi medici e odontoiatrici, provvedendo a contattare direttamente i numeri forniti dalla Regione.

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