A Cremona si sperimenta il pirodiserbo contro le erbe infestanti

Nella mattinata del 5 settembre partirà la sperimentazione in alcune aree di pregio della città. 

A Cremona si sperimenta il pirodiserbo contro le erbe infestanti
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Cremona sempre più pulita: nella mattinata del 5 settembre partirà, in via sperimentale, il pirodiserbo in alcune aree di pregio della città. Ecco di cosa si tratta.

Cremona sempre più pulita

Un nuovo metodo per una città sempre più pulita, per ripristinare il decoro di zone dove l’erba si diffonde con grande facilità e volto a rafforzare la manutenzione del verde pubblico. Si tratta del pirodiserbo che, nella mattinata di giovedì 5 settembre 2019, sotto la supervisione degli addetti delle Serre comunali, grazie ad apposite attrezzature, verrà messo in atto sul sagrato e sul retro della chiesa di S. Lucia tra via Bissolati e via Ruggero Manna, sul sagrato alla chiesa di S. Omobono, sempre in via Ruggero Manna, in piazza S. Agostino e davanti alla chiesa di S. Vincenzo di via Palestro. In base all’esito che darà questa sperimentazione, già presente in altri contesti cittadini, il Comune valuterà se e come adottarla così da intervenire in modo sempre più efficace a tutela del decoro urbano.

Il pirodiserbo

Il pirodiserbo si effettua con calore secco o umido, prodotto con diversi metodi tra cui onde elettromagnetiche, elettricità, vapore acqueo o energia termica, nelle varie forme di fiamma libera e raggi infrarossi. L'azione del pirodiserbo è legata allo shock termico provocato sulle infestanti dal rapido passaggio della fiamma o di un'altra fonte di calore. Il principio sul quale si basa il pirodiserbo è quello di provocare il veloce innalzamento della temperatura all'interno dei tessuti della pianta da eliminare, provocando la distruzione delle membrane cellulari e la coagulazione delle proteine con conseguente morte della pianta nell’arco di 1 a 3 giorni, a seconda delle condizioni climatiche e delle specie trattate.

Senza pericoli per la salute

Il pirodiserbo viene applicato oltre che nelle colture erbacee di pieno campo, quali il mais e le orticole, per la lotta alle infestanti, nelle colture arboree, per il controllo della flora spontanea, la spollonatura, così come nelle aree extra-agricole (aree verdi, parchi, giardini, strade, ferrovie, ecc.) per il controllo delle infestanti. Si tratta di un mezzo di lotta fisico privo di residui pericolosi per la salute umana e dall'impatto ambientale basso e ha inoltre ha una buona capacità di devitalizzazione delle piante infestanti nelle prime fasi di crescita.

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