RICERCA

Trattamenti anticoagulanti, studio cremonese per prevenire l'ictus cerebrale

Lo studio coinvolge 1.657 persone, per monitorare lo sviluppo delle complicazioni

Trattamenti anticoagulanti, studio cremonese per prevenire l'ictus cerebrale
Pubblicato:

Il Centro Emostasi e Trombosi di Cremona ha effettuato una ricerca sull'importanza della misurazione dei farmaci anticoagulanti somministrati in modo orale in pazienti con fibrillazione atriale.

Studio del Centro Emostasi e Trombosi

Lo studio ha visto coinvolte ben 1.657 persone seguite da 27 centri, affiliati alla Federazione per la Diagnosi della Trombosi e la Sorveglianza delle Terapie Antitrombotiche (FCSA). I pazienti in questione hanno iniziato il trattamento anticoagulante per prevenire l'ictus cerebrale, mostrando come i livelli bassi di plasmatici influiscono sullo sviluppo di complicazioni trombotiche.

Lo studio è stato condotto dalla Fondazione Arianna Anticoagulazione e coordinata da Sophie Testa, direttrice del Laboratorio analisi e Centro Emostasi e Trombosi di Cremona, e da altri 20 componenti specialisti in materia, tra cui Claudia Dellanoce, Oriana Paoletti, Rossella Morandini e Maurizio Tala.

Lo studio si è svolto nello scorso marzo a Bologna, durante il Convegno promosso da Fondazione Arianna sull’anticoagulazione. Oggi viene pubblicato dalla rivista Blood Advances.

Sophie Testa e Gualtiero Palareti

"Nonostante il basso numero di eventi trombotici confermi l’efficacia e sicurezza di questi farmaci la possibilità di individuare i pazienti che potrebbero non rispondere adeguatamente al trattamento tramite una misurazione dell’attività del farmaco eseguita all’inizio della terapia è oggi uno strumento diagnostico di estrema rilevanza clinica al fine di ridurre il rischio di complicanze trombotiche", spiega Sophie Testa.

Equipe_Centro_Emostasi
Foto 1 di 3

Equipe Centro Emostasi

Equipe_Laboratorio_Analisi
Foto 2 di 3

Equipe Laboratorio Analisi

testa
Foto 3 di 3

Sophie Testa, Direttore Laborato Emostasi e Trombosi Cremona

"Misurare il livello dei farmaci all’inizio della terapia potrebbe migliorare la sicurezza del trattamento, in particolare nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare o con altre condizioni di rischio. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per stabilire se modificare la terapia in base ai livelli plasmatici misurati possa portare ad una effettiva riduzione degli eventi vascolari", ha aggiunto Gualtiero Palareti, Presidente di Fondazione Arianna Anticoagulazione.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali