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Torna l’allarme aviaria nel Cremasco: abbattuti 60mila tacchini

Il focolaio scoperto in un allevamento di Casale Cremasco-Vidolasco: avviate misure di contenimento per bloccare la diffusione del virus

Torna l’allarme aviaria nel Cremasco: abbattuti 60mila tacchini

Scoperto un focolaio di influenza aviaria a Casale Cremasco-Vidolasco: abbattuti 60mila tacchini e istituita una zona di protezione di tre chilometri per contenere il virus.

Allarme aviaria nel Cremasco

Un focolaio di influenza aviaria è stato confermato in un allevamento di tacchini a Casale Cremasco-Vidolasco. L’allarme è scattato lo scorso 25 ottobre, quando una cinquantina di tacchini sono morti improvvisamente senza spiegazioni apparenti.

Le analisi affidate dall’Ats Valpadana all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Padova hanno rapidamente identificato la causa: il virus dell’aviaria, confermato in data 27 ottobre 2025.

Abbattuti 60mila tacchini

In seguito alla conferma, i servizi veterinari dell’Ats Valpadana hanno disposto l’abbattimento di tutti i 60mila tacchini presenti nel capannone colpito. Le operazioni, già iniziate, dovrebbero concludersi entro pochi giorni.

Per contenere il rischio di diffusione del virus, è stata inoltre istituita una zona di protezione di tre chilometri intorno all’allevamento.

Anche in provincia di Brescia

Misure analoghe sono state adottate a Seniga, in provincia di Brescia, dove è stato scoperto un altro focolaio. Anche in questo caso è stata creata una zona di protezione di tre chilometri che include i territori in provincia di Cremona di Gabbioneta Binanuova e Scandalora Ripa d’Oglio.

Il precedente

Non è la prima volta che la zona affronta un focolaio di aviaria. Lo scorso anno, proprio nel mese di ottobre, un focolaio a Casaletto di Sopra aveva portato all’abbattimento di 70mila tacchini. L’area, ricca di allevamenti di tacchini (sette strutture per circa mezzo milione di volatili), risulta particolarmente vulnerabile a questo tipo di epidemie.

Cos’è l’aviaria

L’influenza aviaria, malattia che colpisce principalmente gli uccelli selvatici, può diffondersi attraverso le feci e rappresentare un serio rischio per gli uccelli domestici. Sebbene gli uccelli selvatici non mostrino solitamente sintomi, sono considerati serbatoi del virus.

I virus influenzali di tipo A possono colpire anche altre specie animali, come maiali, cavalli e cani, e in rari casi, anche l’uomo.

L’uomo può infettarsi con il virus dell’aviaria a seguito di contatti diretti con animali infetti o con le loro escrezioni ma non c’è alcun rischio di trasmissione attraverso il consumo di carne o uova.

La gravità dei sintomi negli uccelli varia in base alla patogenicità del ceppo virale e alla specie colpita; i tacchini, in particolare, risultano molto sensibili a questa malattia.