Oltre ogni limite

Smog in città: l'aria di Cremona è la peggiore della Lombardia dopo Milano

Legambiente: “Le politiche per la qualità dell’aria sono ad un punto morto: non c’è stato nessun miglioramento negli ultimi 5 anni”

Smog in città: l'aria di Cremona è la peggiore della Lombardia dopo Milano
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Il 2022 si conferma l’ennesimo anno di cattiva aria in Lombardia con pochissime variazioni rispetto ai precedenti, a guadagnare i primati negativi sono Milano e Cremona.

Fatali le emissioni zootecniche

Il dato che emerge nell’analisi di Legambiente Lombardia sottolinea come le due fonti prioritarie di emissioni che danno luogo agli elevati livelli di polveri sottili siano il traffico automobilistico per Milano e le emissioni zootecniche per Cremona. Dopo i risultati positivi di riduzione dell’inquinamento conseguiti negli scorsi decenni, l’andamento dell’ultimo quinquennio è piatto.

La normativa europea ha concesso un tetto massimo per quanto quanto riguarda le giornate di smog intenso di 35 giorni. In Lombardia quasi tutte le città hanno infranto la regola. Nell'ordine sono Milano con 81 giorni, Cremona con 64, Mantova con 62, Brescia con 57, Lodi con 56, Monza con 55, Pavia con 53 e Como con 37 giornate.

Le uniche città lombarde che rispettano il tetto fissato dall'UE sono Lecco, Sondrio e Varese con infrazioni tra le 14 e le 20 giornate mentre la città di Bergamo si trova in una zona intermedia con i suoi 34 giorni all'anno di smog particolarmente intenso. Le basta una sola giornata in più per toccare il limite.

Aria pessima in Lombardia

Nessuna delle città lombarde, però, rispetta le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in virtù delle quali devono essere meno di 4 all’anno le giornate di smog estremo. La normativa europea sulla qualità dell’aria è in fase di revisione e i limiti potrebbero diventare ancor più stringenti. Se così fosse, nessuna città lombarda potrebbe dichiararsi libera dallo smog.

Una situazione simile è quella che riguarda i valori medi annui. La buona notizia è sempre che nessuna città lombarda supera il valore soglia stabilito dalla normativa europea mentre quella cattiva è che nessuna città lombarda si colloca al di sotto dei valori di riferimento per la salute umana fissati dall’OMS.

In Lombardia si continua a respirare aria di pessima qualità e sono sempre le città della pianura (Milano e Cremona in testa) ai vertici della classifica per cattiva qualità dell’aria mentre la situazione è un po’ migliore per i capoluoghi pedemontani (Como, Bergamo, Varese e Lecco) oltre che per Sondrio.

"Ad un punto morto"

«Le politiche per la qualità dell’aria in Lombardia sono ad un punto morto: significa che abbiamo smesso di aggredire le fonti emissive più importanti – dichiara la presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto– come i livelli di motorizzazione e i carichi di bestiame allevati nelle stalle. Se vogliamo ambire a una dignitosa qualità dell’aria, occorre che venga avviata una nuova stagione di politiche ambientali, che portino da un lato ad una riduzione sostanziale del trasporto su gomma, e dall’altro ad una trasformazione strutturale dell’agricoltura lombarda che deve diversificare le proprie produzioni per ridurre l’eccessivo carico zootecnico».

Nel periodo invernale, anche la legna da ardere utilizzata per i caminetti è una notevole fonte di inquinamento. Complice il caro bollette, viene erroneamente considerato un metodo di riscaldamento alternativo al gas, anche se di fatto la resa energetica non è efficiente e il potere calorifico è limitato nel tempo.

«Oltre a non rappresentare un reale risparmio economico né nel breve né nel lungo periodo, il riscaldamento tramite legna da ardere va a discapito dell'ambiente» conclude Meggetto.

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