Allarme Coldiretti

Siccità, sofferenza e preoccupazione nelle campagne cremonesi

Sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità

Siccità, sofferenza e preoccupazione nelle campagne cremonesi
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Siccità, imprese agricole in sofferenza e preoccupazione nelle campagne cremonesi: l'allarme Coldiretti.

Siccità, sofferenza e preoccupazione nelle campagne cremonesi

Sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità, che si estende anche alle aree urbane per effetto della caduta del 30% di precipitazioni in meno nell’ultimo anno, con la percentuale che sale al 40% per il nord Italia. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al primo Tavolo sull'acqua a Palazzo Chigi, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Ad essere assediate dalla siccità sono soprattutto le aree del Centro Nord, con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana – spiega Coldiretti – dove nascono quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento, che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. A rischio sono l’ambiente, l’economia, l’occupazione e la stessa sovranità alimentare in una situazione già difficile per gli effetti della guerra in Ucraina.

Il Po a secco

In una condizione in cui lo scorso anno secondo la Coldiretti sono caduti circa 50 miliardi di metri cubi di acqua in meno lungo la Penisola, il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti.

Le precipitazioni annunciate per i giorni scorsi purtroppo nel territorio cremonese non si sono presentate. Nelle campagne si teme il ripetersi di un’annata come la scorsa, nella quale la siccità ha causato danni gravissimi - evidenzia Coldiretti Cremona -. Lo stato di magra del nostro grande fiume, il  più grande fiume italiano, è purtroppo rappresentativo delle difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione, con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 36% del lago di Garda al 39% di quello Maggiore fino al 19% di quello di Como ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.

Dalla disponibilità idrica - sottolinea Coldiretti - dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Grana Padano e Parmigiano Reggiano e i salumi più prestigiosi. Per quanto riguarda il riso, le previsioni di semina prevedono un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni.

-89% acqua piovana

Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua - rimarca Coldiretti Cremona - ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali sono a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare.

Con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana, Coldiretti a livello nazionale ha elaborato con Anbi il progetto laghetti, per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura.

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