Paesaggi “desertici”

Siccità, le campagne cremonesi come il deserto: le foto aeree dei campi di mais arsi dal sole

Mentre le temperature continuano la loro corsa verso l’alto è sempre più allarme per l’agricoltura, con prati e raccolti che bruciano in campo, sotto il sole rovente.

Siccità, le campagne cremonesi come il deserto: le foto aeree dei campi di mais arsi dal sole
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Siccità,: senz’acqua le campagne sono allo stremo. Anche le foto aeree testimoniano un’emergenza senza precedenti e richiamo a paesaggi "desertici".

Le campagne cremonesi come il deserto

Mentre le temperature continuano la loro corsa verso l’alto (con punte di oltre 38 gradi in pianura nei prossimi giorni) è sempre più allarme per l’agricoltura, con prati e raccolti che bruciano in campo, sotto il sole rovente. Particolarmente colpita nel Cremasco e nel Cremonese è la coltura del mais: per salvare il salvabile, molti agricoltori hanno già iniziato la trinciatura, con un anticipo di circa un mese, ma il raccolto che se ne ricava è fortemente compromesso.  E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Cremona, in relazione all’ultima ondata di alte temperature che sta investendo l’Italia da nord a sud con conseguenze sulle persone ma anche sulle coltivazioni in sofferenza per la grave siccità.

“E’ un’annata disastrosa. I prati sono seccati sotto il sole: quest’estate non hanno mai visto l’acqua, né dal cielo né dall’irrigazione, perché tutte le rogge sono vuote. I miei raccolti di mais e soia sono persi. Ormai irrecuperabili. Domani trinciamo i campi di mais: so già che non ne ricaverò nulla, poiché le pianticelle sono tutte seccate. Quest’anno non riuscirò nemmeno a coprire le spese”. La testimonianza è di Piermichele Groppelli, agricoltore di Moscazzano. “Non piove e non c’è acqua nei fossi. Abbiamo seminato questi campi con grande dedizione e con spese importanti, che sono fortemente aumentate. Per poi assistere impotenti a questo disastro”.

Paesaggi "desertici"

Le foto aeree richiamano i colori di paesaggi “desertici”, mostrano campi di mais arsi dal sole e prati stabili ormai inesistenti, in un periodo dell’anno in cui, al contrario, la campagna della pianura padana vista dall’alto dovrebbe apparire verde e rigogliosa.

“I campi sono allo stremo. Già oggi, nella nostra provincia, si stimano cali di circa un terzo per le produzioni di orzo e frumento, mentre le perdite per i foraggi  hanno ormai superato il 50%, così come il calo stimato per le rese nei raccolti di mais. Ci sono aziende che stanno perdendo la quasi totalità della loro produzione. Una situazione che mette in ginocchio anche gli allevamenti, dal momento che il prossimo autunno non si avrà sufficiente prodotto per l’alimentazione delle mandrie – sottolinea Coldiretti Cremona –. Si è scatenata una vera e propria tempesta perfetta, con ampie e persistenti assenze di precipitazioni che si sono combinate alle ondate di caldo del tutto anomale.

Non ci stanchiamo di sottolineare che senza acqua nei campi è impossibile portare a termine i raccolti e garantire così la produzione di cibo. Ed è importante ribadire che l’acqua consegnata all’agricoltura, all’irrigazione, è tutt’altro che sprecata: le colture trattengono ciò di cui hanno bisogno, restituendo il resto dell’acqua alla terra, e poi alle falde sottostanti. L’acqua consegnata all’agricoltura è vita, che si difende e si rinnova”.

“Le aziende agricole stanno fronteggiando un’emergenza senza precedenti. E’ fondamentale dare risposte concrete a queste aziende, che producono cibo e benessere per il nostro paese – prosegue Coldiretti Cremona –. Si deve inoltre intervenire con misure strutturali, per assicurare la disponibilità di acqua, a maggior ragione in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero”. 

L'anno più caldo di sempre

L’anno 2022 in Italia si classifica nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre – evidenzia Coldiretti Cremona – con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica. La tendenza al surriscaldamento è evidente nel nostro Paese, dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.

(Nelle foto le campagne di Moscazzano)

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