Qualità della vita 2023, Cremona è la 36esima città in cui si vive meglio in Italia
Al primo posto troviamo Bolzano, mentre fanalino di coda è Crotone
Nella classifica 2023 delle città italiane in cui si vive meglio: non male la posizione di Cremona che si attesta al 36° posto della classifica.
Qualità della vita, Cremona 36esima
A Bolzano si vive bene, anzi si vive meglio. Sul podio della qualità della vita, nel 2023, c’è proprio il capoluogo del Trentino Alto Adige, da sempre fra le prime in classifica del “bel vivere”, l'anno scorso era infatti medaglia d'argento.
A seguire due città metropolitane, Milano e Bologna, rispettivamente secondo e terzo posto, che migliorano e confermano la performance del 2022: erano 5ª e 3ª su 107. Seguono Trento e Firenze. Cremona si posiziona tra le prime 40 città, esattamente al 36° posto.
E' quanto emerge dall’Indagine sulla qualità della vita di ItaliaOggi – Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, giunta ormai alla 25ª edizione. Fanalino di coda, come nel 2022, c’è la calabra con Crotone (107ª), insieme alle province siciliane di Messina e Caltanissetta (105ª e 106ª).
La classifica è stata stilata in base a vari parametri: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, tempo libero.
Quest’anno la qualità della vita in Italia è risultata buona o accettabile in 63 province su 107, in linea con gli ultimi due anni (erano 64 nel 2022; 63 nel 2021; 60 nel 2020, anno dell’emergenza pandemica). Si tratta per lo più di province dell’arco alpino, centrale e orientale, della pianura padana e dell’appennino tosco-emiliano, con ramificazioni verso Toscana, Umbria e Marche.
Al contrario, le province del Sud e delle Isole compaiono quasi integralmente nei gruppi in cui la qualità della vita è valutata scarsa o insufficiente. L’indagine 2023 conferma una tendenza: la frattura tra il Centro-Nord, più performante e resiliente, e l’Italia meridionale e insulare, caratterizzata da una persistente vulnerabilità.
Post Covid: la rivincita delle metropoli
Quest’anno emerge un’altra tendenza, potremmo dire “post-Covid”: la forte ripresa, negli ultimi due anni, che ha coinvolto province e città metropolitane del Centro-nord, appartenenti al cluster “Metropoli”. Tendenza ben rappresentata dal 2° posto del capoluogo lombardo, dai dati di Bologna e Firenze, ma anche dalla performance di Torino (31ª) e Roma (33ª), che scalano una ventina di posizioni rispetto al 2022.
La sicurezza sociale
Analizziamo nel dettaglio un tema fortemente sentito negli ultimi mesi: la sicurezza sociale, che ha subìto alcune significative variazioni rispetto allo scorso anno.
La provincia che quest’anno apre la classifica è Prato, seguita da Bolzano, Vicenza, Cuneo e Savona. Nel raggruppamento di testa, composto da 30 province (una in più rispetto allo scorso anno), sono ricomprese 16 province del nord-ovest, tre in più rispetto alla passata edizione. Vi figurano Cuneo, Biella, Verbano-Cusio-Ossola e Novara in Piemonte; Aosta; 8 delle 12 province lombarde, nell’ordine Brescia, Lecco, Lodi, Milano, Cremona (12° posto), Monza e della Brianza, Mantova e Pavia; Savona e Imperia in Liguria.
Il nord-est si conferma nelle posizioni di vertice. Sono censite nel gruppo di testa Bolzano in rappresentanza del Trentino-Alto Adige; 5 delle 7 province venete, ad eccezione di Venezia e Rovigo; Udine in rappresentanza del Friuli-Venezia Giulia; Ravenna, Parma e Forlì-Cesena in Emilia Romagna.
Infine figurano nel gruppo di testa 4 province dell’Italia centrale (erano tre in più lo scorso anno), tra cui Prato e Siena per la Toscana, Ascoli Piceno in rappresentanza delle Marche e Roma del Lazio, mentre non si piazza nelle posizioni di vertice alcuna provincia dell’Italia meridionale e insulare.
Il sistema salute
Altro grande nodo d'attualità riguarda l'efficienza del sistema salute. Ad aprire la classifica è Isernia, che precede Terni, prima nella passata edizione. A seguire Ancona, Catanzaro e L’Aquila, che confermano gli eccellenti piazzamenti conseguiti nelle passate edizioni dell’indagine. Cremona, invece, si posiziona al 30° posto.
Nelle 19 posizioni di testa troviamo 4 province del nord-ovest, tra cui la provincia di Aosta; Milano e Pavia in rappresentanza della Lombardia; la provincia di Genova per la Liguria. Inoltre, vi figurano 5 province dislocate in Italia centrale, di cui Siena e Pisa in Toscana; Terni in Umbria; Ancona nelle Marche; Roma nel Lazio.
Infine, l’Italia meridionale e insulare è rappresentata da 10 province fra le quali figurano L’Aquila in Abruzzo; Isernia e Campobasso in Molise; Benevento e Avellino per la Campania, Foggia in Puglia; Catanzaro in Calabria; Palermo e Messina in Sicilia; Cagliari in Sardegna.
Nelle province italiane la dotazione di servizi sanitari si attesta prevalentemente su livelli medi o medio-bassi. In generale, per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei servizi, questa si presenta ampiamente eterogenea. I servizi sanitari si concentrano prevalentemente nelle province in cui è presente un grande centro urbano (Roma, Milano), in poli di eccellenza nella ricerca medica (Pisa, Siena), ma esistono anche altri fattori.
L’eterogeneità nella distribuzione territoriale delle strutture sanitarie riflette verosimilmente le caratteristiche dei rispettivi bacini di utenza o specifiche scelte politiche nazionali e soprattutto locali. Va comunque notato che nelle prime 50 posizioni figurano tutte le province in cui sono presenti centri urbani di dimensioni medie e grandi. Nel complesso, sono 61 le province in cui la dotazione di servizi medico-ospedalieri e diagnostici risulta scarsa o insufficiente, una in meno rispetto alla passata edizione.
Reddito e ricchezza
Infine un focus su reddito e della ricchezza. Milano conferma il primo piazzamento già ottenuto nelle tre passate edizioni. A seguire nel gruppo di testa troviamo Trieste, Bologna, Aosta e Monza e della Brianza. Cremona si piazza addirittura in 14esima posizione.
Le 33 posizioni di testa comprendono quasi esclusivamente province dell’Italia settentrionale. Vi figurano in particolare 16 province del nord ovest, di cui 5 in Piemonte, nell’ordine Novara, Biella, Torino, Cuneo e Vercelli; Aosta; 10 delle 12 province lombarde, contro le 5 censite lo scorso anno, con l’eccezione di Varese e Sondrio. Il nord est a sua volta è rappresentato da 16 province: le due province del Trentino-Alto Adige; Belluno, Padova, Venezia e Verona in Veneto; le quattro province del Friuli-Venezia Giulia; 6 delle 9 province dell’Emilia Romagna, nell’ordine Bologna, Parma, Modena, Reggio Emilia, Piacenza e Ferrara.
L’Italia centrale è rappresentata dall’unica provincia toscana di Firenze. Quanto alle 22 province censite nel gruppo di coda, sono esclusivamente dislocate nell’Italia meridionale e insulare, un risultato che conferma quello già ottenuto nelle passate edizioni dell’indagine. Tra di esse figurano Benevento, Napoli e Caserta in Campania; 5 delle 6 province pugliesi, ad eccezione di Bari; le 5 province calabresi; tutte le province/città metropolitane siciliane. Chiude la classifica, come nelle quattro passate edizioni, la provincia di Crotone.