Pomodoro, le alte temperature fanno partire in anticipo la raccolta dell’oro rosso da salsa
Coldiretti: "Annata migliore rispetto al 2023, ma resta l’incognita climatica"

È iniziata in anticipo la raccolta del pomodoro da industria nel Cremonese, spinta dalle alte temperature di giugno. Le prospettive per il 2025 sono buone, ma resta l’incognita climatica. Cremona si conferma fulcro della filiera italiana con il Consorzio Casalasco del Pomodoro.
Avviata la raccolta del pomodoro
È partita in anticipo, sospinta dalle alte temperature di inizio estate, la raccolta del pomodoro da industria in Lombardia, con le province di Cremona e Mantova in prima linea. Lo comunica Coldiretti Lombardia, che segnala un incremento del 15% delle superfici coltivate, salite a circa 10.000 ettari nella regione.
Le operazioni sono entrate nel vivo già nella seconda metà di luglio, con le macchine in azione una settimana prima rispetto al 2024. Il caldo anticipato ha accelerato i tempi, ma anche introdotto nuove incognite: il grande caldo portato dall’anticiclone “Pluto” a fine giugno potrebbe aver compromesso parte della produzione delle varietà più tardive, incidendo sulla fioritura e l’allegagione dei frutti.

"Il raccolto promette bene"
Secondo Coldiretti Cremona, le prime impressioni fanno comunque ben sperare: "Ci aspettiamo una campagna buona sia a livello quantitativo che qualitativo" afferma Davide Compagnoni, giovane produttore di Calvatone.
"Lo scorso anno le continue piogge avevano compromesso la resa, ma quest’anno, nonostante l’afa e la siccità di giugno, siamo intervenuti con le irrigazioni e il raccolto promette bene".

Cremona cuore del pomodoro lombardo
Il territorio cremonese gioca un ruolo centrale nella filiera italiana del pomodoro da industria. Oltre il 70% delle coltivazioni lombarde si concentrano tra Cremona e Mantova, con un fiore all’occhiello che ha portato il nome della provincia nel mondo: il Consorzio Casalasco del Pomodoro. Nato nel 1977, è oggi la prima filiera agroindustriale del settore in Italia, con marchi noti come Pomì che esportano la qualità cremonese a livello globale.
"Proteggere la nostra agricoltura"
Nonostante le buone prospettive locali, restano molte criticità a livello nazionale e internazionale. Il settore del pomodoro da industria ha generato in Italia 5 miliardi di euro nel 2024, con 7.000 aziende agricole coinvolte, ma il peso crescente delle importazioni cinesi di derivati a basso costo mina la competitività del prodotto italiano.
"Occorre proteggere la nostra agricoltura – sottolinea Coldiretti – puntando sulla distintività, sull’origine certificata e su regole comuni a livello europeo, a partire dall’etichettatura obbligatoria".
Da qui la proposta di legge di iniziativa popolare lanciata al Brennero e sottoscrivibile anche online o presso i mercati di Campagna Amica.

Un settore da valorizzare
Il pomodoro non è solo un simbolo della cucina italiana candidata a patrimonio Unesco: è anche un pilastro economico per territori come quello cremonese, dove agricoltura e industria lavorano fianco a fianco. La raccolta di quest’anno potrebbe segnare una stagione di ripresa, ma sarà il meteo delle prossime settimane a dare il verdetto finale.
Intanto, nei campi della Bassa, i trattori continuano a raccogliere il frutto rosso che racconta la storia e il futuro di un’agricoltura che resiste e innova.