Provincia di Cremona

Peste suina africana, nuovo focolaio: coinvolto anche il territorio cremonese

Scatta l'allarme anche nel nostro territorio, istituita una zona di restrizione

Peste suina africana, nuovo focolaio: coinvolto anche il territorio cremonese
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La peste suina africana preoccupa anche i cittadini cremonesi. Nelle ultime settimane la provincia più colpita è stata quella pavese, all'interno della quale sono stati individuati numerosi focolai, altrettanti sono gli animali abbattuti per contenere il contagio.

Peste suina africana, Cremona

I contagi nelle ultime settimane hanno interessato maggiormente il territorio pavese, all'interno del quale sono stati riscontrati numerosi casi positivi. Uno degli ultimi focolai nel pavese è stato confermato all'interno di un allevamento nel comune di Inverno e Monteleone.

Negli ultimi giorni però sono stati trovati dei suini positivi anche all'interno di un allevamento a  Costa de’ Nobili, in provincia di Pavia, poco distante dalla zona di restrizione già imposta all'interno dei comuni di Pizzighettone e Crotta d’Adda (che distano circa 30 chilometri dal comune pavese) della provincia di Cremona.

Come previsto dal regolamento dell'Unione Europea, il quale si occupa della gestione delle norme epidemiologiche, le  zone infette e quindi presenti in un raggio di 3 chilometri (zona di protezione), ed in un raggio di 10 chilometri (zona di sorveglianza), dovranno essere adottate misure di sicurezza più restrittive.

Costa de' Nobili si trova poco distante dal territorio cremonese, per questo motivo sono state imposte delle misure restrittive anche all'interno dei comuni di Pizzighettone e Crotta d’Adda. Sarà quindi svolta un'indagine epidemiologica per prevenire il contagio.

Gli allevamenti presenti all'interno del territorio cremonese sono 237, tre dei quali sono presenti nella zona di restrizione. Attualmente tutti i suini controllati sono risultati negativi al contagio, non terminano però le azioni di prevenzione sempre più restrittive anche nel cremonese.

I Nas di Cremona e la  Procura di Pavia lavorano di pari passo per individuare cause dell'ondata poiché le misure di biosicurezza previste potrebbero non essere state applicate correttamente. Si presume che la diffusione del virus sia dovuta ad un errore umano.

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