Ospedale di Comunità di Cremona a pieno regime: 20 posti letto per pazienti fragili
La struttura accoglie pazienti fragili che necessitano di cure intermedie a bassa intensità clinica fra la degenza ospedaliera e il ritorno a casa
Ospedale di Comunità di Cremona, a partire a oggi, mercoledì 21 febbraio 2024, avviata l'attività a pieno regime: 20 posti letto per pazienti fragili che necessitano di cure intermedie a bassa intensità clinica fra la degenza ospedaliera e il ritorno a casa
Ospedale di Comunità, avviata attività a pieno regime
Da oggi, mercoledì 21 febbraio 2024, l’Ospedale di Comunità di Cremona è attivo a pieno regime. Può contare su venti posti letto, destinati a pazienti fragili che necessitano di cure intermedie a bassa intensità clinica.
Attualmente il ricovero può essere richiesto dagli specialisti dei reparti dell’ospedale di Cremona attraverso la Centrale Operativa territoriale (COT) del Distretto cremonese, dove una équipe multidimensionale valuta ogni singolo caso secondo criteri rigorosi e standardizzati.
Reintegro dei pazienti a casa
Inaugurata lo scorso 18 dicembre, la struttura si trova nel Padiglione 8 dell’ospedale di Cremona e svolge la funzione di accogliere, stabilizzare e accompagnare il paziente verso il domicilio o altre soluzioni di lungodegenza, limitando i ricoveri inappropriati e gli accessi al pronto soccorso.
Nella maggior parte dei casi, infatti, l’obiettivo dell’ospedale di comunità è il reintegro dei pazienti a casa, grazie alla pianificazione adeguata della dimissione e dell’assistenza domiciliare attraverso l’attivazione dei servizi sociosanitari e la collaborazione dei medici di medicina generale.
L’ospedale di comunità si inserisce nella rete delle cure di prossimità, che prevede la stretta interconnessione fra servizi specialistici ospedalieri, servizi sociosanitari, case di comunità, centrali operative territoriali, cure domiciliari, residenze sanitarie assistenziali (RSA) e hospice.
Il ruolo centrale degli infermieri
L’ospedale di comunità è un modello organizzativo che favorisce la presa in carico. Si tratta di un approccio multiprofessionale che affida alle infermiere e agli infermieri una funzione di case-manager. Ogni paziente ha un infermiere di riferimento, che è responsabile del processo di pianificazione assistenziale e delle attività educative, come ad esempio tutto ciò che riguarda l’uso dei farmaci, l’interazione con gli alimenti e i corretti stili alimentari, le tecniche riabilitative e l’utilizzo di dispositivi medici al domicilio.
In organico, oltre al coordinatore infermieristico e nove infermieri, è garantita la presenza di un responsabile medico, due medici, un fisioterapista, un assistente sociale, un infermiere di famiglia e sei operatori sociosanitari (Oss).