La provincia di Cremona è tra le zone più colpite dall’ozono estivo, un inquinante tossico che danneggia salute e colture. Nonostante la riduzione di altri inquinanti, le emissioni di metano dagli allevamenti intensivi mantengono elevati i livelli di smog fotochimico nella Pianura Padana.
Smog estivo: Cremona tra le peggiori
Con l’arrivo dell’autunno, è tempo di fare il punto sull’inquinamento atmosferico estivo. Cremona, come gran parte della Pianura Padana, ha sofferto livelli di ozono particolarmente elevati, un inquinante altamente tossico che danneggia non solo le vie respiratorie degli esseri umani, ma anche piante e colture agricole. L’Agenzia Europea dell’Ambiente stima che in Europa l’ozono provochi circa 70mila morti premature all’anno, di cui 13mila in Italia, e danni agricoli valutati in oltre 2 miliardi di euro.
Perché l’ozono non diminuisce
A differenza di altri inquinanti in calo, l’ozono resta stabile o addirittura in aumento. Tra i principali fattori vi sono i cosiddetti precursori: gas come gli ossidi di azoto (NOx), in diminuzione grazie alla riduzione del traffico, ma anche il metano, le cui emissioni continuano a crescere. Gran parte del metano della Pianura Padana proviene dagli allevamenti bovini e dalla gestione dei liquami, con Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna responsabili del 70% delle emissioni nazionali da queste fonti.
“Il metano non è solo un gas climalterante, ma anche un inquinante atmosferico – sottolinea Damiano Di Simine di Legambiente. “Ridurre le emissioni agricole, soprattutto negli allevamenti intensivi della Pianura Padana, è fondamentale per tutelare salute e clima”.
Cremona tra le città più colpite
Nell’estate 2025, Cremona rientra tra i capoluoghi lombardi più colpiti dall’ozono, insieme a Milano, Bergamo, Lecco, Varese e Pavia. Numerosi i giorni in cui sono stati superati i valori di concentrazione consigliati, con episodi acuti che hanno reso necessarie allerte e informazione alla cittadinanza. Anche se l’estate non è stata tra le più calde e secche come quelle degli anni scorsi, la qualità dell’aria non ha mostrato miglioramenti significativi.
Norme e soglie: cosa prevede l’Europa
L’OMS e l’Unione Europea hanno fissato limiti precisi per proteggere la salute. Esistono due parametri principali:
- Soglia di informazione: 180 µg/m³, che obbliga le autorità a informare la popolazione.
- Soglia di allarme: 240 µg/m³, che richiede misure immediate di contenimento.
Per i valori obiettivo, calcolati come medie di 8 ore (MM8), l’OMS consiglia 100 µg/m³, mentre la normativa UE permette 120 µg/m³ con un massimo di 25 giorni/anno di superamento. Gli obiettivi futuri prevedono 18 giorni entro il 2030 e 0 entro il 2050.
L’estate 2025 a Cremona: numeri preoccupanti
Durante l’estate 2025, Cremona ha registrato numerosi superamenti delle soglie di ozono. Le aree più critiche della Lombardia occidentale includono Bergamo, Milano e le province limitrofe. Nonostante un’estate meno calda rispetto al 2022 e 2023, l’inquinamento da ozono continua a colpire duramente anche i centri urbani.
Alla data del 31 agosto la città che ha mostrato una situazione più grave è stata quella di Bergamo, con ben 77 giornate di superamento del valore obiettivo. Nelle 4 regioni del nord in Pianura Padana, le situazioni più critiche hanno riguardato Torino in Piemonte, l’Ovest Lombardia (Bergamo, Lecco, Milano, Pavia e Cremona), i capoluoghi emiliani (Piacenza, Reggio, Modena e Parma), quelli del Piemonte Orientale e Vicenza. All’opposto, il rispetto dei valori obiettivo si è verificato nei capoluoghi alpini di Sondrio e Belluno, in quelli romagnoli di Ravenna e Rimini insieme a Bologna, e nelle città dell’Est Lombardia, Brescia e Mantova.
Cremona con 30 giorni di superamento della soglia, si posiziona all’ottavo posto delle città con più inquinamento da ozono.
Superamenti del valore massimo
Per quanto riguarda gli episodi più acuti, con superamento della soglia di informazione (180 mg/m3 come media oraria), questi hanno riguardato 27 dei 36 capoluoghi delle 4 regioni. Bergamo resta la città che ne ha subito in maggior numero (ben 72 fino al 31 agosto 2025), ma i capoluoghi colpiti con maggiore frequenza sono tutti quelli della Lombardia Occidentale (Bergamo, Lecco, Milano, Varese, Pavia, Monza, Cremona, Como e Lodi), insieme a quelli delle confinanti province emiliane (Piacenza, Modena, Parma e Reggio) e piemontesi (Novara e Asti).
Si segnalano anche episodi di superamento della soglia di allarme (a Pavia e in alcuni centri del Milanese). Una fotografia impietosa, considerando anche che l’estate appena trascorsa, con l’eccezione del mese di giugno, non è stata particolarmente favorevole ai fenomeni di smog fotochimico come era avvenuto nei siccitosi anni 2022 e 2023.
Impatto sulla salute e sull’ambiente
Negli anni passati, l’ozono era considerato un inquinante rurale, che danneggiava coltivazioni e boschi. Oggi, le città non sono più risparmiate: una quota crescente di popolazione urbana è esposta a livelli potenzialmente pericolosi. La riduzione di alcuni inquinanti da traffico, pur positiva, può paradossalmente contribuire all’aumento dell’ozono, perché molti precursori vengono meno nelle reazioni di degradazione dell’ozono stesso.
“Per migliorare la qualità dell’aria serve abbattere le concentrazioni di tutti i precursori, dagli NOx al metano”, conclude Di Simine. “È fondamentale anche dotare le centraline di monitoraggio di sensori per il metano, come previsto dalla nuova direttiva europea”.