Cremona

Lotta ai tumori: in ospedale un nuovo acceleratore lineare

Il progetto di rilancio delle cure da sei milioni di euro

Lotta ai tumori: in ospedale un nuovo acceleratore lineare
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Arrivato il macchinario all'avanguardia.

Cure efficaci e precise

La Radioterapia dell’Ospedale di Cremona è dotata di un nuovo acceleratore lineare. Si tratta di uno strumento all’avanguardia che consente di trattare la maggior parte delle patologie oncologiche con precisione ed efficacia. In ordine di tempo, dopo la nuova TAC, l’acceleratore lineare è l’ultima acquisizione che rientra nel progetto di potenziamento dell’Unità Operativa di Radioterapia e Medicina Nucleare promosso dalla direzione strategica dell’ASST di Cremona per un investimento complessivo di sei milioni di euro.

L’implementazione tecnologica risponde alla volontà di innovare e ripensare la gestione del paziente in trattamento radioterapico secondo le metodiche più recenti diffuse a livello internazionale. Le moderne tecnologie a disposizione del reparto, infatti, consentono di costruire percorsi di cura sempre più personalizzati e mini invasivi, riducendo il più possibile la necessità di ospedalizzazione.

L'acceleratore in funzione
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L'acceleratore lineare2
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Team tecnici Radioterapia e medicina nucleare
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Tonoli con le tre specialiste in fisica medica - Radioterapia e med.nucleare Asst Cremona
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Un paziente durante un trattamento
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Un tecnico di radioterapia all'opera
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Soddisfare la quasi totalità delle esigenze mediche

Come spiega Sandro Tonoli, direttore di Radioterapia e Medicina Nucleare: «Il nuovo acceleratore “TrueBeam” in uso presso l’Ospedale di Cremona è in grado di soddisfare la quasi totalità delle esigenze in ambito radioterapico. Si possono effettuare terapie su volumi piccoli con dosi molto elevate (trattamenti stereotassici) in poche frazioni, oppure trattamenti convenzionali (radioterapia 3D conformata). Le metodiche volumetriche ad intensità modulata del fascio radiante permettono di trattare bersagli geometricamente complessi con dosi differenziate, mentre con i campi di elettroni si trattano lesioni superficiali».

Tonoli anticipa che «Il progetto di potenziamento tecnologico prevede l’arrivo di una seconda apparecchiatura gemella il prossimo inverno. Consentirà di garantire, in caso di guasti o manutenzioni, una continuità nell'erogazione dei trattamenti per i quasi mille pazienti che ogni anno necessitano di cure radio-oncologiche. Il secondo acceleratore in arrivo sostituirà quello già in uso nel nostro reparto».

Come funziona il macchinario

Grazie all’accelerazione di un fascio di elettroni, questa apparecchiatura produce fasci di radiazione ionizzanti ad alta energia che provocano un danno alle cellule tumorali, riducendone la possibilità di duplicarsi. La nuova tecnologia permette di operare su bersagli sia statici (ad esempio lesioni metastatiche ossee) sia mobili (come nel caso di noduli polmonari neoplastici), sincronizzando l’irradiazione con i naturali movimenti respiratori del paziente. La rapidità e l’efficacia del trattamento consentono di ridurre i tempi di esposizione, e spesso il numero di sedute.

Per assicurare la corretta esecuzione delle terapie, l’acceleratore è dotato di un lettino robotizzato, di un sistema ottico di controllo della superficie del corpo del paziente e di una TAC integrata, per controllare e correggere l’effettiva posizione del corpo e del bersaglio tumorale prima di ogni trattamento, quindi di operare con una precisione millimetrica.

 

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