La visita a Livigno del ministro Giorgetti accende i riflettori sulla vicenda del tunnel "Munt-La Schera"
Collegamento di fondamentale importanza per il Piccolo Tibet.
Quello del tunnel "Munt-La Schera" è un argomento che necessita di essere affrontato anche nell’ottica di tutto il lavoro riguardante le Olimpiadi Milano-Cortina 2026, le quali porteranno alla Valtellina un ingente afflusso di persone.
"Munt-La Schera"
Un collegamento – di una lunghezza pari a 3.4 km – di fondamentale importanza per Livigno, che consente ai turisti provenienti da tutto il Nord Europa di raggiungere agevolmente il Piccolo Tibet, motivo per cui i rappresentanti del territorio chiedono garanzie per il suo buon funzionamento.
La strada in questione, pur essendo in territorio svizzero, è anche e soprattutto di interesse italiano: la Valtellina conta circa 3.6 milioni di turisti all’anno, di cui l’86% passa attraverso il tunnel. Pertanto, è inconfutabile affermare che si tratta di una strada capace di tenere in piedi il turismo del territorio.
Tuttavia sono numerose le problematiche che il traforo presenta e che sono state esposte al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Sono problemi inerenti al traffico, alla sua gestione e ai costi, che spesso creano grossi dissapori nei turisti che si recano nell’Alta Valle. Quella della circolazione è una questione strettamente legata alla natura del tunnel, composto da una sola corsia e regolamentato da un semaforo in entrata e in uscita. Ma ciò crea delle code molto elevate, dato che il semaforo rosso in uno e nell’altro senso presenta un’attesa di 15 minuti. E in media passano per quella strada circa 4mila veicoli al giorno.
Appello a Roma
Durante il convegno targato Netweek, dal titolo “La sfida olimpica: turismo e infrastrutture per lo sviluppo del territorio”, Giorgetti ha dichiarato:
“Oggi (domenica 11, ndr) ho scoperto una cosa di cui avevo vagamente sentito parlare. Qui si chiama tunnel, io preferisco definirlo budello. È un’opera fondamentale per Livigno e le Olimpiadi sono un’occasione per fare chiarezza: c’è un trattato internazionale che regola gli accordi, in cui è chiaramente espresso l’impegno di garantire una via di comunicazione. Voglio capire se lo stato italiano ha difeso fino in fondo questo diritto”.
Il ministro fa riferimento ad una convenzione che regola i rapporti attinenti a questa materia tra Italia e Svizzera. Dunque, è chiaro che si tratta di una tematica appartenente al diritto internazionale e che le amministrazioni locali non possono intervenire. Alla luce di ciò è stato fatto un appello a Roma, affinché si adoperi alla risoluzione di tutte le criticità, mediando con lo Stato svizzero.