La fisioterapia entra in terapia intensiva e rivoluziona la cura al paziente
L'efficacia è dimostrata: "I pazienti si stupiscono dei progressi fatti giorno dopo giorno"
All’Ospedale di Cremona la fisioterapia entra in Terapia Intensiva e rivoluziona la cura del paziente, fin dai primi giorni di degenza. Dal mese di gennaio, l’équipe diretta da Enrico Storti può contare su una nuova figura specializzata, che affianca quotidianamente medici e infermieri nell’assistenza ai ricoverati.
"Il trattamento precoce è parte della terapia - spiega Enrico Storti, direttore di terapia intensiva e rianimazione dell'Asst di Cremona - Nella Terapia Intensiva moderna, la presa in carico prevede un programma che da subito risponde alle necessità del singolo caso con percorsi personalizzati in base all’evoluzione clinica, per rispondere in modo mirato ed efficace".
Ospedale di Cremona, la fisioterapia entra in terapia intensiva
In reparti che si occupano di pazienti critici (con traumi importanti o sottoposti a interventi chirurgici), questo approccio consente di prevenire problematiche correlate al tempo di degenza, in cui la persona può soffrire gli effetti dell’immobilizzazione prolungata.
"I benefici - prosegue Storti - riguardano sia la respirazione (rimozione delle secrezioni, ripristino della normale espansione polmonare e capacità respiratoria) sia la qualità del sonno e delle condizioni psicofisiche del paziente, che recupera più velocemente riducendo la durata dell’ospedalizzazione".
Oltre al vantaggio clinico, la presenza di un fisioterapista dedicato costituisce una forte motivazione per il paziente, stimolato a riprendere padronanza dei movimenti e fiducia nelle proprie capacità.
"Introdotto con il supporto della Direzione Aziendale delle Professioni Socio Sanitarie, questo progetto rientra nel percorso di umanizzazione delle cure - aggiunge Storti - La Terapia Intensiva può essere un ambiente stressante per chi vi trascorre un lungo periodo. Oltra ad aver aperto il reparto alle visite, consentendo l’accesso ai familiari, l’introduzione del fisioterapista in équipe è un cambio di paradigma che contribuisce a migliorare gli standard di cura, con benefici evidenti per i pazienti".
Trattamento precoce e personalizzato
Già da diversi anni la fisioterapia assicura un servizio diffuso in tutti i reparti ospedalieri: viene effettuata al letto del paziente, in base al bisogno e su richiesta dei rispettivi specialisti. Nel 2023, sono 61.731 le prestazioni di fisioterapia e logopedia effettuate in tutto l’ospedale. Di queste, oltre 800 solo in terapia intensiva.
In tal senso Roberto Bosoni, responsabile del servizio di Fisioterapia di Cremona, afferma:
"La letteratura scientifica dimostra l’efficacia di questo approccio multidisciplinare, evidente anche in altri contesti come quello oncologico o neurologico. In Terapia Intensiva, il fisioterapista non si occupa esclusivamente della riabilitazione motoria - attiva e passiva - ma anche di quella respiratoria, che può risultare particolarmente difficoltosa dopo l’utilizzo prolungato della ventilazione artificiale".
Lavorare in equipe migliora l'assistenza
Dall’inizio di gennaio, la fisioterapista Gina Trombetta fa parte dell’équipe della Terapia intensiva.
"La sua presenza è un valore aggiunto – spiega Emanuela Besanzini, coordinatrice del reparto - garantisce la continuità del trattamento e contribuisce alla formazione di un gruppo di lavoro integrato con medici e infermieri, in cui il trattamento fisioterapico interessa tutti i momenti legati all’assistenza".
Per Gina, il desiderio di lavorare in Terapia intensiva inizia con l’università:
"Mi affascina il paziente in ambito critico, estremamente complesso. Per trattarlo, è necessario e fondamentale che ci sia un lavoro di équipe, dove tutte le figure collaborano per garantire un buon decorso clinico".
Come sottolinea la fisioterapista:
"È importante far nascere nel paziente la motivazione a collaborare ad un trattamento più attivo. Non tutti i giorni sono uguali: per questo è importante incoraggiarlo e aiutarlo a trovare la volontà di migliorare, affinché lui stesso creda negli obiettivi che fissiamo insieme".
Molti sottostimano le proprie capacità:
"Quando si vedono in un letto di ospedale faticano a pensare di poter recuperare anche le azioni più semplici, come stare seduti, alimentarsi da soli, camminare. Quando riescono a raggiungerli, spesso sono stupiti. Condividere questi traguardi è una grande soddisfazione".
Un paziente: «All'inizio avevo paura, invece..."
"Non pensavo sarei più riuscito a mettermi seduto. Invece…".
Diego (nome di fantasia) è ricoverato nella Terapia Intensiva di Cremona. Lì ha trascorso circa sessanta giorni, in cui la paura di perdere la propria autonomia si fa sentire. Quando i medici gli chiedono come sta, risponde con un cenno di assenso, mostrando il pollice.
"La fisioterapia mi ha aiutato molto. All’inizio avevo paura di muovermi, di cadere, non pensavo sarei riuscito a rimettermi seduto…Ma poco alla volta si migliora".
Il percorso fatto con Gina nelle ultime settimane l’ha tranquillizzato, l’ha reso più consapevole dei propri movimenti e della possibilità di riprendere le attività abituali, una volta dimesso dall’ospedale.
"Recuperare la qualità di vita è uno dei punti cruciali – conclude Storti – così come avere una prospettiva di recupero visibile, in cui il paziente percepisce di potercela fare. Torna ad essere ottimista, e anche questo fa la differenza".