Ipertensione e pandemia, una giornata per non abbassare le guardia
In Italia interessa 16 milioni di persone. Diagnosi tempestiva e trattamento adeguato possono salvare molte vite.
17 maggio 2021, Giornata Mondiale contro l'Ipertensione: diagnosi tempestiva e trattamento adeguato possono salvare molte vite. Alle ore 15.30, Rosario Ariano (Referente del Centro Ipertensione dell’Ospedale di Cremona) sarà in diretta su Facebook per rispondere alle vostre domande.
Ipertensione e pandemia, una giornata per non abbassare le guardia
Lunedì 17 Maggio si svolgerà la XVII Giornata Mondiale contro l'Ipertensione Arteriosa, promossa dalla World Hypertension League ed in Italia dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA) presso la quale il Centro Ipertensione dell’ASST di Cremona è accreditato a livello nazionale.
A causa delle norme di prevenzione Covid, anche quest’anno non è stato possibile organizzare il consueto Open day in Piazza (al quale partecipavano più di 300 cittadini). Nell’accogliere l’invito della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (www.siia.it) di attivare tutti i canali mediatici accessibili, l’ASST di Cremona ha organizzato una diretta Fecebook per lunedì 17 maggio alle ore 15.30 con il dottor Rosario Ariano (Referente del Centro Ipertensione dell’Ospedale di Cremona).
Per partecipare basta connettersi dalla pagina Facebook di ASST Cremona. Attraverso la chat è possibile rivolgere domande al dottore.
“Parlare di ipertensione arteriosa oggi è di particolare importanza – spiega Ariano. Un effetto collaterale della pandemia da COVID 19 - complice il timore dei pazienti di recarsi in ospedale - è stato un significativo peggioramento della morbilità e della mortalità per numerose altre patologie croniche non COVID. L’’ipertensione arteriosa è fra queste senza dimenticare che è la prima causa di malattie cardiovascolari e di insufficienza renale cronica”.
Ipertensione e Pandemia: qual è stata l’esperienza del Centro Ipertensione dell’Ospedale di Cremona?
«Il nostro Centro ha sospeso l’attività ambulatoriale solo in piena pandemia e per il minimo possibile, circa un mese, riprendendo successivamente a pieno ritmo. Una discreta percentuale di pazienti, nonostante mantenessimo la massima disponibilità a consigli telefonici o via mail, è tornata alla nostra osservazione – purtroppo - con valori pressori non adeguatamente controllati e con un significativo incremento del peso corporeo. Oggi stiamo progressivamente migliorando e tornando ai livelli pre-pandemici.
Qual è la relazione fra Ipertensione arteriosa e COVID-19?
«Non esistono studi che dimostrino un maggior rischio di ammalarsi di COVID–19 nella popolazione ipertesa, anche se i danni cronici di un’ipertensione mal controllata ai cosiddetti organi bersaglio (cuore, rene, cervello) comportano, in caso si contragga la malattia, esiti peggiori. Ci tengo a chiarire, in merito ad alcune notizie apparse sulla stampa laica alcuni mesi fa relative ad un presunto maggior rischio di ammalarsi di Covid-19 in caso di terapia antiipertensiva, in particolare con Ace-inibitori e sartani, che non v’è alcuna dimostrazione che lo confermi. Al contrario, noi raccomandiamo ai nostri pazienti ipertesi di non modificare o sospendere i farmaci antipertensivi (se non prescritto dal medico), poiché si sono dimostrati invece in grado di proteggere dal rischio di gravi complicanze cardiovascolari, quali l’infarto miocardico, lo scompenso cardiaco, la morte improvvisa, l’ictus cerebrale e l’insufficienza renale. »
Ipertensione arteriosa nel mondo e nel nostro paese: quali sono i numeri?
«Le persone affette da ipertensione arteriosa nel mondo sono 1.5 miliardi con 10 milioni di decessi correlati ogni anno. In Italia gli ipertesi sono circa 16 milioni con 280.000 decessi ogni anno. Purtroppo uno studio europeo pubblicato nel 2019 ha dimostrato che, nel nostro Continente, le persone con malattia coronarica hanno in oltre il 42 % dei casi, una pressione non adeguata (> 140/90) e le cose non vanno meglio a livello mondiale: a fronte di un miglioramento del controllo pressorio dal 2000 al 2014, c’è stato un peggioramento negli anni successivi fino ad oggi. Eppure una più tempestiva diagnosi ed un idoneo trattamento dell’ipertensione potrebbero salvare un elevatissimo numero di vite umane ed evitare gravi complicanze e disabilità.»
In che misura è possibile fare prevenzione e come si cura l’ipertensione arteriosa?
«Misurare periodicamente la pressione arteriosa. Evitare l’eccessivo consumo di sale con l’alimentazione, anche quello “occulto” (si pensi che 50 grammi di prosciutto crudo dolce contengono 1,3 grammi di sale), la sedentarietà, il fumo, l’eccessivo uso di alcol, il sovrappeso o l’obesità. Assumere quotidianamente frutta e verdura, svolgere regolarmente attività fisica. Sottoporsi ad una visita medica ed ad esami di laboratorio almeno una volta l’anno. In caso di riscontro di pressione arteriosa superiore a 140/90, soglia per la definizione di ipertensione arteriosa, rivolgersi al proprio medico. E, una volta che il medico ha prescritto una terapia, non dimenticare mai di assumerla. Per concludere con una nota affermazione del Dott. Everett Koop, grande chirurgo pediatra statunitense e amministratore della sanità pubblica : “I farmaci non funzionano nei pazienti che non li assumono.”
(Foto di copertina: dr. Rosario Ariano,Referente del Centro Ipertensione dell’Ospedale di Cremona.