Il prete di Soresina bacchetta i ragazzi del Grest: "Basta pantaloncini corti e canotte"
Decenza, decoro e pudore sono le parole d'ordine di don Angelo Piccinelli che si è scagliato ancora una volta contro la modernità
Nemmeno l'ondata di caldo record che ha colpito il nord Italia nel corso delle ultime settimane ha potuto fermare l'ordinanza firmata dal prete bacchettone di San Siro Vescovo a Soresina. Don Angelo Piccinelli ne ha per tutti.
Vietati pantaloncini corti e canotte
Lo scorso 20 agosto, il parroco di Soresina don Angelo Piccinelli, ha scritto una lettera per i ragazzi del Grest che vuole essere un vero e proprio decalogo contenente tutta una serie di regole da rispettare. Niente più pantaloncini corti ed eccessivamente attillati per le animatrici. Vietate anche pance scoperte, bikini e canotte.
Se le animatrici non potranno indossare short, agli animatori non saranno mai più concessi torsi nudi nemmeno quando si torna dalla piscina. Anche i pantaloni corti o i bermuda dei giovani dovranno essere indossati con criterio e non a vita bassa con le mutande che si intravedono.
Don Piccinelli contro la provocazione erotica
Ma tutte queste regole a cosa sono finalizzate? A combattere la provocazione erotica. Decenza, decoro e pudore sono le parole d'ordine di Piccinelli per il Grest estivo e per tutte le altre attività riguardanti i giovani che per il prete hanno perso totalmente il senso del pudore. Il vero erotismo, insegna il sacerdote, ha bisogno di riservatezza.
"La moderna apertura mentale ha investito anche i nostri ambienti parrocchiali nei quali il richiamo al rispetto dovuto al proprio corpo e alla sensibilità altrui in materia di abbigliamento - scrive don Angelo Piccinelli - di esibizione delle forme e di provocazione erotica è di scottante attualità. Ogni tentativo di restrizione viene vissuto come una violazione della libertà individuale. Direi che abbiamo ampiamente superato la soglia di emergenza."
Niente parolacce
Il prete di Soresina sa che la sua è un'impresa donchisciottesca ma è convinto che ogni sforzo educativo lo debba essere. Nella lettera, Piccinelli attacca anche le spose dichiarando che i loro vestiti devono essere adeguati. Niente scollature e schiene scoperte. Ma non è solo l'abbigliamento al centro dei pensieri del prete.
Per quanto riguarda i ragazzi saranno infatti bandite le bestemmie ma non solo quelle. Sarà vietato dire anche le parolacce normali perché secondo il don l'intercalare volgare rivela un animo grossolano e imbecille. Molto probabilmente sarà difficile che tutti rispettino il regolamento ma il parroco di Soresina non ha paura di lottare contro i mulini a vento.
L'attacco del parroco contro Halloween
L'anno scorso, il sacerdote aveva fatto rumore definendo Halloween il capodanno del satanismo. In un bollettino parrocchiale rilasciato aveva invitato le famiglie a non portare i figli alle feste e a non permettere loro di travestirsi. Per don Angelo Piccinelli i festeggiamenti del 31 ottobre ridicolizzano la morte trasformandola in una carnevalata.
In realtà, il motivo per cui ci si traveste da zombie e mostri, è ben diverso. Halloween nasce come tradizione cattolica dell’Irlanda Celtica. Si credeva che in quel giorno gli spiriti tornassero in vita per riconciliarsi con i vivi o in caso di scontri passati possederli. In molti erano spaventati da questa idea e quindi si travestivano in maniera orribile per spaventare i morti ritornati con cattive intenzioni e cacciarli.
Contro la moderna apertura mentale
Anche nel 2014, il prete di Soresina aveva fatto discutere per il curioso sciopero dei lumini. Non sopportava che alcuni fedeli, da lui definiti tirchi e ipocriti, accendessero le candele senza lasciare le offerte e per questo aveva deciso di toglierle per un periodo.
Insomma, certamente possiamo dire che don Angelo Piccinelli non teme le critiche e combatte con convinzione per i suoi ideali consapevole dei rischi. Scagliarsi contro la moderna apertura mentale potrebbe infatti allontanare sempre di più i giovani dall'oratorio e dalla Chiesa.