Giornata Nazionale dell’Operatore Socio Sanitario, l'iniziativa dell'ASST di Cremona
Le testimonianze degli OSS, raccolte per mostrare l'importanza che si cela dietro questo ruolo
L'ASST di Cremona, in occasione della Giornata Nazionale dell'Operatore Socio Sanitario ha deciso di raccogliere le testimonianze degli OSS presenti sul campo, come prova dell'impegno e della dedizione che si cela dietro questo compito.
Giornata Nazionale OSS
Nella giornata odierna, mercoledì 29 maggio 2024 si celebra la Giornata Nazionale dedicata interamente al lavoro che compiono gli Operatori Socio Sanitari. Il Personale OSS, che quotidianamente presta il suo aiuto all'equipe medica nei reparti degli Ospedali, delle cliniche private e nelle case dei pazienti, ricopre un ruolo fondamentale per la cura ed il benessere delle persone.
Data l'importanza di questo ruolo, l'ASST di Cremona, ha deciso di dare voce ai diretti interessati, raccogliendo quindi le testimonianze degli Operatori Socio Sanitari che da tempo lavorano accanto a medico e paziente.
Le testimonianze
Sono le particolari testimonianze che hanno raccolto per l'occasione, si tratta di: Mario Scalmani, Giancarla Maia, Fatima Ben Chhiba. I tre Operatori Socio Sanitari hanno storie ben distinte, legate tutte però dalla stessa dedizione: prestare il proprio sostegno al prossimo, rimanendo empatici e pazienti.
L'Operatore Socio Sanitario, Mario Scalmani, dell’Ospedale di Comunità di Cremona, racconta la sua esperienza così:
"Nel 2017 ho deciso di seguire il corso per ottenere l’abilitazione come OSS, La mia prima esperienza in questo ambito si è svolta presso una Residenza sanitaria assistenziale (RSA). Durante quel periodo è capitato spesso che alcuni ospiti piangessero una volta dimessi per tornare a casa. Erano dispiaciuti di lasciarci. Questo è uno dei miei ricordi più toccanti: vedere persone di ottant’anni piangere così significa essere riuscito a lasciare qualcosa nei loro cuori."
"Un altro momento impresso nella mia mente – continua Mario – è stato il periodo del coronavirus. La ricordo come un’esperienza tremenda: veder andarsene due o tre persone al giorno ed essere impotente ha lasciato un segno dentro ognuno di noi. In questo ambiente è importante capire chi si ha davanti nel minor tempo possibile. Bisogna essere molto empatici. Le persone con cui veniamo in contatto non necessitano solamente di attenzioni farmaceutiche, ma hanno l’esigenza di avere qualcosa di più. Noi OSS dobbiamo riuscire a strappargli un sorriso."
Giancarla Maia, Operatore Socio Sanitario della Chirurgia dell’Ospedale Oglio Po specializzata in Alta Intensità, afferma di aver seguito questa vocazione che da anni portava con sé, iniziando come Ausiliario Socio Assistenziale e specializzandosi poi nel 2021.
"Ho conosciuto persone con le quali è nato un meraviglioso rapporto. La cosa bella di questo lavoro è poter legare ed avvicinarsi non solo ai colleghi, ma anche ai pazienti, entrando in contatto con storie ed esperienze sempre diverse. Se dovessi dare un consiglio a chi vuole intraprendere questo percorso, direi di essere sempre solari e propositivi."
"Sono molti i significati di questo termine. Assistenza alla persona, supporto morale, relazione che viene a crearsi con il paziente. L’Operatore Socio Sanitario è tutto questo e molto di più. È un lavoro che ti permette di coltivare la tua professionalità e al contempo dedicarti tutti i giorni al benessere delle persone."
Fatima Ben Chhiba, Operatore Socio Sanitaria presso la Chirurgia Generale dell’Ospedale di Cremona, inizia invece la sua carriera lavorativa in un campo completamente diverso. Inizialmente difatti intraprese il lavoro di operaia, ma sentiva nel cuor suo che le mancava qualcosa.
"Ho iniziato con l’assistenza domiciliare e, nel 2000, ho seguito il corso per diventare OSS. Questo lavoro è gratificante succede spesso che i pazienti ti ringrazino. Al tempo stesso, si tratta di una mansione pesante sia fisicamente che mentalmente. Non è un lavoro adatto a tutti, bisogna avere passione in modo da trattare le persone con un occhio attento e non in modo superficiale. Se si possiede la “vocazione”, al contrario, quello dell’OSS è una delle professioni più belle."
"L’OSS ha un ruolo fondamentale nel reparto, è a strettissimo contatto con il paziente. È la figura di riferimento, quella con cui è possibile scambiare due parole e fare una passeggiata. È necessario essere amichevoli, così che le persone si possano fidare e vivere un’esperienza quanto possibile gradevole. In questo senso penso al mio lavoro come uno dei pilastri della cura."