Ecomafia: Cremona in fondo alla classifica lombarda per numero di reati ambientali
Nella relazione annuale redatta da Legambiente emerge che la Lombardia continua ad essere uno dei territori in cui l’illegalità ambientale si dimostra più diffusa.
L'ecomafia colpisce anche in Lombardia che si posiziona al settimo posto per numero di reati accertati, terzo per il numero di incendi in impianti di trattamento dei rifiuti, e quarto per illeciti nel ciclo illegale dei rifiuti. Cremona è l'11esima provincia lombarda per numero di reati commessi.
Da qui le dieci proposte avanzate da Legambiente per rendere più efficace l’azione dello Stato: “Fondamentale non abbassare la guardia contro gli ecocriminali, completare e rafforzare il sistema normativo e alzare il livello qualitativo dei controlli pubblici ambientali in tutta Italia, soprattutto ora che il Paese spenderà le ingenti risorse pubbliche previste dal PNRR”.
Ecomafia 2021
L’Ecomafia non conosce lockdown e quarantene, e non risparmia l’ambiente, anche in Lombardia. A fotografare la situazione è il nuovo rapporto Ecomafia 2021, realizzato da Legambiente, che ha analizzato i dati frutto dell’attività svolta da forze dell’ordine, capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Dal dossier annuale emerge che la Lombardia continua ad essere uno dei territori in cui l’illegalità ambientale si dimostra più pervasiva e diffusa: è la prima regione del nord e la settima in Italia per reati accertati con 1.897, il 5,4% di quelli contestati in Italia, 2.613 persone denunciate, 62 arresti e 561 sequestri. In particolare, risulta terza per numero di incendi in impianti di trattamento, smaltimento e recupero rifiuti, con 146 reati, l’11,3% del totale nazionale.
La regione risulta anche quarta per reati nel ciclo illegale dei rifiuti con 577 delitti il 6,9% del totale nazionale, tra i quali emergono nello specifico il 38,7% di rifiuti industriali e metalli pesanti e il 38,3% di fanghi di depurazione contaminati.
Nella graduatoria nazionale, Brescia rientra nelle prime 20 province in Italia per questo tipo di illeciti, al 13° posto con 92 reati accertati. Cremona, invece, è la penultima provincia in Lombardia con 20 reati, 23 persone denunciate e 13 sequestri.
Legambiente: "Attenzione a infiltrazioni ecomafiose nei cantieri"
"La Lombardia continua a essere sotto attacco della criminalità ambientale – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Non si deve assolutamente abbassare la guardia su illeciti che hanno conseguenze potenzialmente devastanti per l’ambiente, soprattutto in questo momento che ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) stanno arrivando sul territorio.
Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, opere chiave della transizione ecologica. A fronte di una situazione decisamente allarmante, l’auspicio è che un approccio integrato al contrasto dei roghi di rifiuti possa estendersi a tutti i fenomeni di criminalità ambientale: dall’abusivismo edilizio alle aggressioni al patrimonio paesaggistico, dagli illeciti nella filiera agroalimentare al racket degli animali".
Le proposte al Governo
L’associazione ambientalista contestualmente alla pubblicazione del dossier ha stilato 10 proposte al Governo Draghi. Tra queste:
- di inserire, come primo provvedimento utile, i delitti ambientali previsti dal titolo VI-bis del Codice Penale e il delitto di incendio boschivo tra quelli per cui non scatta l'improcedibilità in appello dopo 2 anni e in Cassazione dopo un anno;
- approvare delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico
- introduzione nel Codice penale dei delitti contro gli animali;
- ripristinare, se necessario con una modifica legislativa, la corretta attuazione da parte delle prefetture di quanto previsto dall’articolo 10-bis della legge 120/2020, che ne stabilisce il potere sostitutivo in tutti i casi, anche antecedenti all’approvazione della norma, di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi;
- inasprire le sanzioni previste contro i traffici illegali di rifiuti;
- emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente;
- garantire l’accesso gratuito alla giustizia da parte delle associazioni, come Legambiente, iscritte nel Registro unico nazionale del Terzo settore e impegnate di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria in qualsiasi grado di giudizio nel perseguimento dei propri fini statutari.