Casalmaggiore

Dopo un'infezione Giuseppe torna a correre grazie alle cure dell'ortopedia dell'Oglio Po

Giuseppe, ha sedici anni e da tre è un agonista: un’infezione alla caviglia rischiava di pregiudicare la sua carriera sportiva

Dopo un'infezione Giuseppe torna a correre grazie alle cure dell'ortopedia dell'Oglio Po
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Ospedale Oglio Po: dopo un'infezione alla caviglia Giuseppe torna a correre e vince grazie alle cure di Pediatria e Ortopedia.

Dopo un'infezione Giuseppe torna a correre

Un giovane sportivo vola oltre gli ostacoli lungo la pista di atletica. Si chiama Giuseppe, ha sedici anni e da tre è un agonista dell’Interflumina. Pochi mesi prima è stato ricoverato due settimane all’ospedale Oglio Po per un’infezione alla caviglia che rischiava di pregiudicare la sua carriera sportiva.

Grazie alle cure ricevute nel reparto di Pediatria (diretto da Claudio Cavalli) e dall’Ortopedia (diretta da Alessio Pedrazzini) il ragazzo ha potuto tornare in pista e oggi si prepara a tagliare un nuovo traguardo ai campionati nazionali.

È ciò che mostra il video ricevuto dall’équipe della Pediatria di Oglio Po: l’ha inviato la madre del ragazzo, per ringraziare i medici e gli operatori che hanno accolto suo figlio e l’hanno accompagnato nel percorso verso la guarigione.

Un infortunio da non sottovalutare

L’infortunio è avvenuto nel mese di gennaio, durante gli allenamenti, dove gli urti ripetuti della caviglia contro gli ostacoli hanno causato una severa infezione al malleolo. «Quando siamo entrati in pronto soccorso, Giuseppe non riusciva a camminare», racconta mamma Giovanna. Dopo una prima valutazione, è stato ricoverato in pediatria, dove è rimasto per circa quindici giorni.

«Il ragazzo si è presentato con una caviglia molto gonfia, che da giorni non accennava a migliorare – spiega Cavalli – Una piccola escoriazione in corrispondenza del malleolo aveva provocato un’infezione che si era estesa fino al tendine d’Achille, con il rischio di lesionare i tessuti sotto pelle e compromettere la mobilità della zona».

Come sottolinea Cavalli, «Trattare un giovane atleta pone di fronte due condizioni: una soglia del dolore tendenzialmente alta, che può far tardare la scelta di rivolgersi a un medico, e la difficoltà a rimanere a riposo. Una volta superata la fase acuta, molti di loro vogliono riprendere gli allenamenti prima del previsto, rischiando dure ricadute e complicanze».

Pediatria e ortopedia: un'unica squadra

Il caso è stato discusso in équipe multidisciplinare con il direttore dell’Ortopedia Alessio Pedrazzini, al fine di effettuare ulteriori accertamenti diagnostici e assicurarsi che non ci fossero danni all’osso né ulteriori ripercussioni.

«Abbiamo condotto tutti gli studi necessari per escludere eventuali fratture occulte o una sovrainfezione batterica», afferma Pedrazzini. «L’esito degli esami strumentali ha escluso questi scenari: in accordo con i colleghi della Pediatria, l’abbiamo trattato con un antibiotico particolarmente potente somministrato in regime di ricovero, monitorando la situazione con esami diagnostici e di laboratorio».

Una volta dimesso, Giuseppe ha seguito le indicazioni per la riabilitazione, con controlli ambulatoriali per assicurare una completa guarigione.

«Mio figlio è entrato in reparto con le stampelle ed è uscito camminando sulle proprie gambe, cosa che fino a due settimane prima sembrava impossibile», sottolinea la mamma. «Sono rimasta con lui per tutto il tempo: vorrei ringraziare i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario che ci ha assistiti e tranquillizzati, ci siamo sentiti accolti».

"Grazie a tutti"

«Appena arrivato in ospedale avevo paura – prosegue Giuseppe - ero un po’ scoraggiato, temevo di non riprendermi, dopo tutto l’impegno che avevo dedicato a prepararmi per le gare più importanti…I medici e gli infermieri mi hanno incoraggiato e consolato, assicurandomi che sarebbe andato tutto bene».

L’infortunio l’ha costretto a saltare i campionati italiani di febbraio, ma nel mese di maggio ha recuperato subito con una prima competizione provinciale, in cui ha corso i 400 metri totalizzando il tempo minimo alla prima gara. Ora si sta preparando per i campionati nazionali categoria allievi, previsti a fine giugno.

«Tornare in pista è stato bellissimo – conclude Giuseppe – Il video inviato ai medici e agli infermieri dell’ospedale è un modo per dire grazie a tutti, ce l’abbiamo fatta».

Traumatologia pediatrica: specialità dell'Oglio Po

Traumatologia pediatrica: sabato 20 maggio 2023 a Casalmaggiore si terrà una giornata di formazione, approfondimento e confronto rivolta a medici, infermieri, tecnici di radiologia e fisioterapisti, per trattare questo tema dal punto di vista ortopedico e chirurgico.

L’incontro si terrà presso l’aula Giovanni Paolo II (via Vittorio Veneto, Duomo di Casalmaggiore), con inizio dei lavori previsto alle ore 8.45. Ospiterà alcuni tra i principali esperti italiani di traumatologia pediatrica (programma in allegato), che con gli specialisti dell’Oglio Po affronteranno metodi di trattamento chirurgico, ortopedico e le modalità di assistenza postoperatoria.

L’evento formativo è organizzato dall’Ortopedia dell’Ospedale Oglio Po, diretta da Alessio Pedrazzini, membro della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica.

«Il trattamento ortopedico e chirurgico della traumatologia pediatrica è tra le specialità trattate all’Oglio Po – afferma – l’Ortopedia ha avviato un’ottima collaborazione con il reparto di Pediatria, diretto dal dottor Cavalli. Su pazienti giovani, la presa in carico multidisciplinare è fondamentale per gestire in modo corretto questo tipo di problematiche, offrendo un’assistenza specializzata in base al singolo caso».

Il congresso del 20 maggio sarà un’occasione d’incontro e confronto tra specialisti, con una novità: per la prima volta, la sessione sarà rivolta anche ad infermieri, gessisti e fisioterapisti, ovvero quei professionisti che con i medici si occupano della gestione del bambino in ospedale.

Come sottolinea Pedrazzini, «È un’opportunità per affrontare insieme le problematiche e condividere le modalità operative più adeguate, nell’ottica di una migliore guarigione per i giovani pazienti di cui ci occupiamo».

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