Cure palliative, a Crema un convegno per celebrare i primi 20 anni
Sabato 20 maggio dalle ore 9 in sala Polenghi
Vent’anni di impegno quotidiano per regalare bellezza e umanità: il convegno delle cure palliative sabato 20 maggio dalle ore 9 in sala Polenghi
Cure palliative, un convegno a Crema
Vent’anni di pensieri, presenze, umanità e bellezza. Fino all’ultimo istante di vita. Per assaporare ogni attimo e vivere appieno ogni respiro. Vent’anni insieme, sul territorio, per fare rete, abbracciare la sofferenza e trasformarla in bellezza, senza nasconderla, semplicemente affrontandola.
“Da vent’anni siamo accanto alle persone che hanno diritto di vivere ogni attimo, anche l’ultimo. E poi, di morire, con dignità”. Il direttore dell’unità operativa di cure palliative domiciliari di Asst Crema Sergio Defendi, riassume così il senso del convegno in programma il prossimo sabato 20 maggio in sala Polenghi dalle ore 9 (registrazioni dalle ore 8.30) dal titolo Cure palliative a Crema, esperienza ventennale.
“Un traguardo importante per tutti e per il territorio, con il quale quotidianamente lavoriamo. Un momento da celebrare e sul quale riflettere, per poi ripartire convintamente, insieme”.
Per iscrizioni, anche per esterni, è necessario accedere attraverso il portale della formazione oppure CLICCANDO QUI. L’evento è accreditato per tutte le professioni sanitarie.
Il programma
Il programma è vastissimo, intende valorizzare l’apporto di ogni singola persona, protagonista di questo tempo. L’iniziativa verrà moderata da Sergio Defendi, responsabile scientifico e da Laura Rigotti, direttore della struttura complessa di cure palliative di Asst Mantova e direttore del dipartimento interaziendale di cure palliative dell’Ats Val Padana. La prima sessione prenderà avvio alle ore 9.
Dopo i saluti della direzione strategica di Asst Crema e delle autorità locali, il professore ordinario di pedagogia sociale all’università di Bergamo Ivo Lizzola aprirà i lavori con una relazione dal titolo Ascoltare la cura. A seguire i medici Sergio Defendi, Luciano Orsi e Luigi Enterri con l’infermiera Marilena Guerini racconteranno l’esperienza delle cure palliative a Crema.
“Un impegno importante che nel tempo si è evoluto e che vede coinvolte tante realtà associative dalla Fondazione Benefattori Cremaschi, all’associazione Alfio Privitera fino alla Fondazione Floriani”.
A questa si aggiunge l’integrazione dell’unità operativa con il polo ospedaliero. Ne parleranno, concludendo così la prima sessione dei lavori, il direttore del dipartimento emergenza e urgenza di Asst Crema Giovanni Viganò per la gestione del paziente non oncologico e il neo direttore di oncologia Gianluca Tommasello per quella del paziente oncologico.
Sarà Mara Canciani ad aprire la seconda sessione dei lavori con una relazione dedicata al ruolo dell’assistente sociale nelle cure palliative. A seguire il medico di base Fabio Calvi ed il direttore sanitario della Rsa Vezzoli Piera Bertoglio racconteranno dei rispetti ruoli nell’ambito della rete di cure palliative. Voce poi al familiare di una persona assistita con la testimonianza di Bianca Magni. Al presidente dell’associazione Alfio Privitera, Giuliano Paolella, il compito di raccontare il ruolo della realtà che da tempo è un riferimento per persone malate e famiglie. Fondamentale anche la relazione tra l’unità operativa cremasca e la fondazione Floriani.
Chiuderanno la mattinata il direttore socio sanitario di Asst Crema Diego Maltagliati e Patrizia Borsellino, presidente del comitato etico di fine vita e docente universitaria presso l’università Milano Bicocca: parleranno rispettivamente di assistenza domiciliare integrata e nuove prospettive per la rete di cure palliative. Seguirà light lunch e intrattenimento musicale a cura del coro multietnico cremasco.
“Sarà un modo per condividere il percorso che ci ha portato ad oggi, grazie all’impegno di tutti. Non voglio dimenticare anche i giovani studenti del liceo artistico Munari che in occasione di questa iniziativa doneranno il loro contributo artistico”.
Perché anche bellezza è cura. “Lo diciamo da sempre: è un valido aiuto a prendersi cura di ciascuno. E la pratichiamo tutti i giorni”.
L'unità operativa
Attualmente l’unità operativa di cure palliative può contare sull’impegno di tre medici cui si aggiunge il direttore, sei infermieri e un coordinatore infermieristico, due operatori socio sanitari, un fisioterapista ed una psicologa, oltre che su una valida rete di collaborazione con le associazioni.
“La strada che abbiamo compiuto ci ha portato ad assistere un buon numero di pazienti, tanto in hospice quanto al domicilio e ad una crescente integrazione con il territorio. Il nostro faro è sempre stata l’umanizzazione, o meglio l’umanità, in ogni gesto. Abbiamo in questi anni sviluppato un approccio anche per la gestione del paziente non oncologico, stimolando l’attivazione precoce della nostra rete”.
Molto resta da fare, da questo punto di vista, sul versante della formazione: “anche nel personale medico è ancora sviluppata la convinzione che le cure palliative possano essere attivate solo in caso di terminalità. Non è così, vogliamo continuare a lavorare sulla formazione tanto verso i reparti, quanto verso il territorio”. Nel tempo la presa in carico “si è estesa ai nuclei familiari, che sono sempre più eterogenei e complessi, ecco perché serve un’equipe multidisciplinare ed integrata: per rispondere al meglio alla complessità dei bisogni”.
Anche e soprattutto nell’ambito delle cure palliative il futuro passa dal territorio. “Dalla Cot e da una relazione sempre più stretta con i medici di medicina generale. Prospettive di ampliamento ve ne sono anche in ospedale”. In particolare, “una nuova sede per le cure palliative e il riconoscimento della struttura complessa”.
Prossima anche l’attivazione di un posto letto per le cure palliative nel paziente pediatrico e di alcuni posti letto per il paziente terminale. “Il Covid ha lasciato un segno importante, ma non vogliamo fermarci, vogliamo riflettere e potenziare”. O meglio continuare. Insieme.