Cremona capofila nel trattamento del tumori allo stomaco e al pancreas
L’approccio multidisciplinare, lo screening e le terapie per il trattamento precoce migliorano la cura e le prospettive di vita per il paziente
Cresce l'attività di chiurgia Oncologia dell'Ospedale di Cremona: riferimento per i tumori allo stomaco e al pancreas. Presentati i dati dell’attività 2023.
Tumori allo stomaco e al pancreas: Cremona è riferimento
Cremona è capofila nel trattamento del tumore gastrico e del pancreas, grazie all’attività multidisciplinare e allo sviluppo di nuove terapie coadiuvanti. Martedì 27 febbraio 2024 nell’Aula Magna dell’Ospedale di Cremona è stata presentata l’attività 2023 della chirurgia oncologica gastrointestinale ed epatobiliopancreatica. L’evento ha coinvolto medici, infermieri, personale tecnico dell’Asst di Cremona che partecipa alla presa in carico del paziente malato di tumore all’apparato digerente.
"Pancreas Unit"
Durante i saluti istituzionali, il direttore generale di Asst Cremona Ezio Belleri ha citato la recente delibera di Regione Lombardia, che identifica le strutture sanitarie inserite nella Rete regionale “Pancreas Unit”.
«Tra queste c’è anche Cremona – ha affermato - che si distingue per i volumi di attività, le tecniche chirurgiche e le tecnologie impiegate, le competenze degli specialisti e la gestione dei casi clinici in teams multidisciplinari. In questi primi due mesi – ha precisato Belleri - ho avuto la possibilità di conoscere la realtà sanitaria cremonese e di apprezzarne i punti di forza. Per l’Asst diventare centro per il trattamento del tumore al pancreas e punto di riferimento del territorio è senza dubbio un motivo di orgoglio e una motivazione a fare ancora meglio. Un percorso appena avviato che condivideremo in rete con le altre istituzioni, in primis con Ats Val Padana».
A questo proposito, il direttore sanitario di Ats Val Padana Piero Superbi ha sottolineato l’importanza d’implementare in maniera costante la rete di conoscenze, competenze e professionisti specializzati con l’obiettivo di definire appropriati percorsi di cura e presa in carico del paziente. Il medico oncologo Alberto Zaniboni ha tenuto una lectio magistralis su “Strategie e risultati nel trattamento multidisciplinare delle neoplasie dell’apparato digerente” e sull’evoluzione dei metodi di diagnosi e cura negli ultimi trent’anni. Uno scenario complesso e in continuo mutamento, che traccia le nuove prospettive terapeutiche in materia.
I dati del 2023
Nel 2023 a Cremona sono stati effettuati 39 interventi per tumore gastrico e 7 per tumore all’esofago, in linea con gli anni precedenti. Lo stesso vale per il trattamento delle lesioni al colon-retto (118). In crescita gli interventi per tumore al fegato (42), circa trenta in più rispetto al 2021, e al pancreas (31), venti in più rispetto al 2021.
«Cremona rientra tra i primi 30 centri italiani che si occupano di tumore gastrico ed esofageo, ed è tra i primi 11 sui 90 abilitati a livello nazionale per trattare il tumore al pancreas», afferma Gian Luca Baiocchi, direttore della Chirurgia Generale all’Ospedale di Cremona.
«Ciò è possibile grazie all’approccio multidisciplinare, dalla diagnosi alla cura, che prevede la collaborazione con l’Oncologia, la Gastroenterologia, la Radiologia, la Radioterapia e Medicina nucleare, l’Anestesia e Rianimazione, la Medicina Interna e l’Anatomia patologica».
A questo proposito, durante l’incontro sono intervenuti gli specialisti dei reparti e servizi che a vario titolo partecipano alla presa in carico del paziente oncologico, tra cui Ilaria Cavalli (Medicina Interna), Sarah Brenna (Radioterapia e Medicina Nucleare), Roberto Grassia (Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva), Ugo Marini (Radiologia diagnostica), Rodolfo Passalacqua (Oncologia), Laura Romanini (Radiologia), Daniele Spada (Oncologia), Enrico Storti (Anestesia e Rianimazione), Giulia Tanzi (Anatomia Patologica) e Giuseppe Voltini (Radiologia diagnostica).
Nuove tecniche e terapie
«Nell’ambito della chirurgia oncologica – prosegue Baiocchi - stiamo sviluppando tecniche per ridurre al minimo l’impatto della chirurgia. A Cremona, due pazienti su tre sono trattati con tecniche mininvasive, che consentono di preservare gli organi interessati e ridurre le complicanze e post-intervento».
Come sottolinea Baiocchi, «Lo screening si riconferma uno strumento fondamentale per la diagnosi precoce dei tumori, così come il trattamento con le terapie neoadiuvanti, somministrate prima della chirurgia, che nella maggior parte dei casi migliorano la sopravvivenza dei pazienti e il recupero di una buona qualità di vita».