Cosa fare se ci si ammala di Covid dopo la prima dose di vaccino? I chiarimenti
"Basta una sola inoculazione se si contrae il virus dopo 14 giorni dalla prima iniezione".
Chiunque si ammali di Covid-19 dopo i 14 giorni dalla prima dose di vaccino non dovrà poi sottoporsi al secondo siero, in quanto, come stabilisce il Ministero della Salute, l'infezione stessa viene considerata "equivalente alla somministrazione della seconda dose". Se si dovesse contrarre il virus entro i 14 giorni previsti, invece, si dovrà procedere normalmente con il richiamo.
Covid dopo il primo vaccino: cosa fare?
In merito alla questione è giunta oggi, venerdì 10 settembre 2021, una circolare del Ministero della Salute, a firma del direttore generale della prevenzione Gianni Rezza, intitolata "Chiarimenti in merito alla vaccinazione anti-COVID-19 in chi ha contratto un'infezione da SARS-CoV-2 successivamente alla somministrazione della prima dose di un vaccino con schedula vaccinale a due dosi".
La comunicazione ufficiale del Ministero stabilisce le seguenti casistiche:
- In caso di infezione da SARS-CoV-2 confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) entro 14 giorni dalla prima dose di vaccino è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose da effettuare entro sei mesi (180 giorni) dalla documentata infezione (data del primo test molecolare positivo); trascorso questo arco di tempo, la schedula vaccinale potrà essere comunque completata, il prima possibile, con la sola seconda dose.
- Se l'infezione è avvenuta dopo 14 giorni dalla prima dose, invece, la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l'infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose. L'eventuale somministrazione di una seconda dose non è comunque controindicata; ciò vale anche per i soggetti guariti, in precedenza non vaccinati, che hanno ricevuto una sola dose di vaccino dopo l'infezione da SARS-CoV-2.
Il Ministero della Salute, inoltre, ricorda che l'esecuzione di test sierologici, volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus, non è indicata ai fini del processo decisionale vaccinale.