Carcere di Cremona, detenuto muore inalando gas: allarme suicidi e sovraffollamento
Il segretario della UILPA Polizia Penitenziaria De Fazio: “Sistema al collasso, il Governo intervenga subito”

Un detenuto 40enne è morto nel carcere di Cremona dopo aver inalato gas da una bomboletta: si sospetta un suicidio, il 55esimo dall’inizio dell’anno. La UILPA Polizia Penitenziaria denuncia sovraffollamento, carenza di personale e turni massacranti, chiedendo al Governo interventi urgenti per affrontare l’emergenza carceraria.
Detenuto muore inalando gas
Un detenuto di 40 anni, di origine magrebina, è morto nel pomeriggio di venerdì 22 agosto 2025, all’interno della Casa Circondariale di Cremona dopo aver inalato gas da una bomboletta da campeggio, regolarmente concessa per la preparazione dei pasti. Secondo le prime ricostruzioni, potrebbe trattarsi di un suicidio, anche se in carcere è frequente l’uso di gas per ottenere effetti allucinogeni.
55esimo suicidio da inizio 2025
Se confermata l’ipotesi del gesto volontario, si tratterebbe del 55esimo suicidio in cella dall’inizio del 2025, a cui si aggiungono un internato in REMS, un detenuto ammesso al lavoro esterno e tre operatori penitenziari. Numeri che fotografano una situazione drammatica per il sistema carcerario italiano, segnato anche da risse, stupri, evasioni, traffici illeciti e quasi duemila aggressioni contro il personale penitenziario.
Sovraffollamento e carenza di personale
A denunciare la gravità della situazione è Gennarino De Fazio, segretario generale della UILPA Polizia Penitenziaria:
“Nel carcere di Cremona – afferma – sono rinchiusi 563 detenuti a fronte di soli 384 posti disponibili. Gli agenti in servizio sono 187, quando ne servirebbero almeno 335. Mancano il comandante del reparto titolare e persino il direttore, nonostante l’impegno della funzionaria attualmente in missione. Tutto questo rende ancora più evidente la crisi del sistema penitenziario nazionale, travolto dal sovraffollamento e dalla carenza di personale”.

Secondo i dati diffusi dal sindacato, in Italia si contano oggi 62.884 detenuti stipati in 46.711 posti, mentre all’appello mancano oltre 18mila agenti di polizia penitenziaria, che diventano circa 20mila considerando solo le carceri. Una situazione che costringe molti operatori a turni massacranti, “anche di 26 ore consecutive – denuncia De Fazio – peggio delle condizioni inflitte dai caporali agli sfruttati nei campi”.
“Interventi immediati”
Il sindacato chiede un intervento immediato da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del Governo Meloni.
“Serve ridurre la densità detentiva, rafforzare gli organici della Polizia penitenziaria e avviare riforme complessive. Ne va della dignità e della vita di detenuti e lavoratori”, conclude De Fazio.