Aviaria, è allarme anche nel Cremonese: focolaio in un allevamento di polli
Disposto l'abbattimento di 60mila animali.
Influenza aviaria, allarme nel Cremonese per la scoperta di un focolaio in un allevamento di polli da carne. Ats dispone l'abbattimento di 60mila capi.
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Influenza aviaria, è allarme anche nel Cremonese
Continua a crescere il numero dei focolai di aviaria ad alta patogenicità nel Nord Italia. Il Ministero estende così la Zur ((Zona di Ulteriore Restrizione) oltre che alla provincia di Verona anche ad altre cinque province quali: Padova, Rovigo, Brescia, Cremona e Mantova.
Il ministero della Salute ha informato le Regioni in merito alla situazione epidemiologica per influenza aviaria ad alta patogenicità: “Ad oggi sono 96 i focolai in cui è stata confermata la presenza di virus influenzale sottotipo H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) da parte del Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria presso l’IZS delle Venezie. Oltre a nuovi focolai in provincia di Verona e di Padova all’interno o vicini alle zone di protezione e sorveglianza già in essere, un nuovo focolaio è stato confermato in Provincia di Mantova in un allevamento di galline ovaiole e un altro in provincia di Cremona in un allevamento di broiler (polli da carne)".
Abbattuti 60mila capi
L'allevamento in questione si trova a Levata di Grontardo dove Ats ha predisposto l'abbattimento di circa 60mila capi. La conferma del focolaio è arrivata con l’esito dei tamponi effettuati dall’istituto zooprofilattico di Brescia.
"La situazione è di massima attenzione e stiamo agendo seguendo in modo scrupoloso tutte le norme di biosicurezza a tutela di allevatori e consumatori", è il commento di Emanuela Donelli, rappresentante sindacale della sezione avicola di Confagricoltura.
Cos'è l'influenza aviaria
L'influenza aviaria è una malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici. Questi fungono da serbatoio e possono eliminare il virus attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. L’influenza nel pollame si può presentare nella forma causata da ceppi a bassa patogenicità (LPAI) e da ceppi ad alta patogenicità (HPAI). La malattia è soggetta ad obbligo di denuncia.
I virus influenzali A sono suddivisi in due gruppi, a seconda della loro capacità di provocare la malattie nel pollame suscettibile all'infezione:
- virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), che causano una malattia estremamente grave, caratterizzata da un'infezione generalizzata del pollame colpito, nel quale possono indurre una mortalità in allevamento molto elevata (fino al 100 %)
- virus dell'influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI), che causano nel pollame un'affezione leggera, prevalentemente respiratoria, salvo aggravamento dovuto ad altre coinfezioni o ad altri fattori.
Terapia e profilassi
Non esiste terapia. E' una malattia di categoria A, secondo il Regolamento (UE) 2016/429 e atti delegati, soggetta a denuncia obbligatoria e prevede l’applicazione dai regolamenti citati (abbattimento di tutti gli animali, vuoto sanitario con pulizia e disinfezione e l’istituzione di zone di restrizione). Nel caso di HPAI le zone sono una di protezione (3 km di raggio dall’azienda infetta) e una di sorveglianza (10 km di raggio dall’azienda), secondo di quanto previsto dall’Allegato V del Regolamento delegato (UE) 2020/687.
In caso di emergenza il Ministero ha cura di predisporre, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale, il Piano di vaccinazione con indicazione di scopo, obiettivi, metodo e applicazione. La vaccinazione di emergenza è autorizzata dall’Unione europea su esplicita richiesta degli Stati membri.