Autovelox illegali, sequestri anche a Cremona: chi può presentare ricorso
L'inchiesta è partita da Cosenza, ma si estende a diverse regioni italiane tra cui la Lombardia. Sotto accusa i rilevatori di velocità T-EXSPEED v 2.0
Numerosi rilevatori di velocità sono stati sequestrati perché non a norma, con il rischio concreto di annullamento delle multe emesse. L'inchiesta è partita da Cosenza, ma si estende a diverse regioni italiane tra cui la Lombardia e la provincia di Cremona.
Autovelox illegali: l'inchiesta
Il sequestro è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari di Cosenza, nell'ambito di un'inchiesta delegata dalla Procura della città calabrese. Il provvedimento riguarda gli autovelox attivi per conto dei comuni su diverse strade della provincia e anche in altre regioni d'Italia, tra cui la Lombardia.
Il sequestro delle apparecchiature coinvolte riguarda dispositivi dislocati su tutto il territorio nazionale. Oltre che a Cosenza, i sigilli sono stati apposti oltre anche a Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico (MT), Cerignola (BA), Pianezza (TO), Formigine (MO), Arcola (SP), Carlentini (SR), San Martino in Pensiliis e pure a Piadena, in provincia di Cremona.
Sequestri per i rilevatori T-EXSPEED v 2.0
Le indagini condotte dalla polizia stradale hanno rivelato che il sistema di rilevamento delle violazioni della velocità T-EXSPEED v 2.0, installati in postazioni fisse che rilevano sia la velocità media sia quella puntuale, non è omologato. Da quanto si apprende, non solo manca l’omologazione, ma non esiste nemmeno il prototipo del sistema, elementi fondamentali per la legittimità delle violazioni accertate.
Questo potrebbe portare a un danno erariale, qualora gli utenti multati richiedano l'annullamento delle multe e il risarcimento delle spese sostenute. Il rappresentante legale della società che fornisce questi dispositivi è stato denunciato per frode nella pubblica fornitura.
Indagini anche a Piadena: come contestare le sanzioni
L'inchiesta avviata dalla Procura di Cosenza, sul caso degli autovelox attivi ma non a norma, come già detto coinvolte anche la Lombardia. La Procura calabrese ha disposto sequestri preventivi a livello nazionale per tutte le apparecchiature coinvolte, alcune delle quali si trovano anche a Piadena.
Migliaia di automobilisti stanno considerando la possibilità di chiedere l'annullamento delle multe ricevute attraverso questi dispositivi non omologati. Tuttavia, il Codacons avverte che è possibile contestare le sanzioni solo se i termini per la contestazione non sono ancora scaduti o se la multa non è già stata pagata.
In una nota, diffusa lunedì 29 luglio 2024, l'associazione spiega:
"La legge stabilisce criteri e tempi precisi per impugnare le sanzioni: dalla data di contestazione o notifica della violazione, 60 giorni davanti al Prefetto, ricorso gratuito ma che determina il pagamento del doppio della sanzione qualora l’istanza venga respinta, o 30 giorni dinanzi al giudice di pace, ma pagando il contributo unificato.
Per le multe già pagate o quelle per cui siano scaduti i termini, non è possibile proporre ricorso", afferma il Codacons. "Nel caso in cui sia ancora possibile contestare la sanzione, per avere certezze circa l’omologazione del dispositivo autovelox che ha accertato la violazione, occorre presentare istanza d’accesso presso il comune dove è installato l’apparecchio e, una volta ottenuti gli atti, analizzare le specifiche tecniche sull’autovelox".
“Chi viola i limiti di velocità e mette a rischio la sicurezza stradale va sempre punito, ma gli enti locali devono agire nella piena legalità utilizzando apparecchi omologati e che rispettino le normative, per evitare la raffica di ricorsi che scatterà ora a seguito dei sequestri degli autovelox disposti dalla magistratura”, conclude il presidente Carlo Rienzi.