ASST: la scuola che cura, a Cremona si studia anche in ospedale
Nel reparto di Pediatria, i bambini ricoverati tornano studenti grazie a un progetto che unisce istruzione, empatia e normalità. Un anno di lezioni, laboratori e sorrisi tra le corsie

Da novembre 2024 a giugno 2025, nel reparto di Pediatria dell’Ospedale di Cremona, diretto da Claudio Cavalli e coordinato da Daniela Andrico, è stata attivata una sezione scolastica dell’Istituto Comprensivo Cremona Quattro, guidato da Barbara Azzali.
L’obiettivo: offrire ai bambini ricoverati la possibilità di continuare a studiare, mantenendo un legame con la quotidianità e riducendo il senso di isolamento.
Quando la scuola entra in ospedale
L’idea nasce dalla collaborazione tra l’ASST di Cremona e l’Istituto Comprensivo Cremona Quattro, con il supporto di Regione Lombardia, ATS Val Padana e l’Ufficio Scolastico Territoriale.
Il progetto ha permesso di attivare una vera e propria classe ospedaliera, coordinata dall’insegnante Teresa Spezia, che ha lavorato fianco a fianco con medici, infermieri e genitori per garantire ai piccoli pazienti il diritto all’istruzione anche durante il ricovero.
In un ambiente dove il tempo sembra sospeso, la scuola ha rappresentato un ancoraggio alla normalità, offrendo ai bambini non solo lezioni, ma anche attività creative, laboratori e momenti di condivisione.
Apprendere tra flebo e sorrisi
Ogni giorno, Spezia ha costruito un percorso educativo su misura, adattandosi alle condizioni fisiche ed emotive dei bambini. L’approccio è stato flessibile, empatico e profondamente umano: entrare in sintonia con ciascun paziente, capire i suoi bisogni, trasformare la stanza d’ospedale in uno spazio di apprendimento.
Tra le attività proposte, spiccano il laboratorio di arteterapia, la creazione di un libro collettivo illustrato, e due giornate speciali dedicate alla Settimana della Lettura. I bambini hanno potuto esprimersi attraverso disegni, racconti e giochi, ritrovando il piacere di imparare anche in un contesto difficile.
Le emozioni che diventano parole
Per documentare l’esperienza, è stato ideato un diario narrativo dove i bambini hanno scritto e disegnato liberamente. Le loro parole raccontano stupore, gratitudine, ma anche malinconia e speranza. Molti hanno scoperto con sorpresa che in ospedale si può studiare, fare amicizia, divertirsi. Altri hanno espresso il disagio iniziale, poi superato grazie alle attività proposte e alla presenza rassicurante dell’insegnante.
Questi diari non sono solo testimonianze: sono tracce di resilienza, piccoli frammenti di vita che raccontano come l’educazione possa essere uno strumento di cura.



I diari che raccontano l’esperienza
I piccoli pazienti hanno lasciato pensieri e disegni nei diari narrativi ideati dalla Comunicazione dell’ASST di Cremona insieme all’insegnante Teresa Spezia.
"Non mi aspettavo che c’era la mini scuola in ospedale, mi è piaciuta" scrive Sara, otto anni.
"La super mega bravura della Prof. simpaticissima" annota Jacopo, dodici. "Mi sono annoiata all’inizio, piano piano ho avuto cose da fare, tipo i puzzle e i compiti" racconta Zaynib, otto anni.
Nei diari emerge lo stupore di trovare la scuola in un luogo dedicato alle cure. «Curano e aiutano a guarire tutte le persone" scrive Roberta, sette anni. "Un posto pauroso perché ci vengo quando sto male aggiunge Marghe, undici.
Eppure, anche in ospedale si può imparare, fare amicizia, ritrovare il sorriso. "Non è stato bello stare in ospedale, ma mi è piaciuto, si fanno nuove amicizie, anche se non puoi mangiare quello che vuoi" scrive Yousere, nove anni. "Queste attività mi tirano un po’ su il morale" aggiunge Mara, sette.




Un progetto che fa bene a tutti
Il successo dell’iniziativa è stato riconosciuto da tutto il personale sanitario. Il direttore del reparto, Claudio Cavalli, e la coordinatrice Daniela Andrico, hanno sottolineato il valore aggiunto della scuola in corsia: non solo per i bambini, ma anche per gli operatori, che hanno visto crescere il benessere emotivo dei pazienti.
Anche la dirigente scolastica Barbara Azzali ha espresso soddisfazione per un progetto che ha saputo unire educazione e sanità, dimostrando che la scuola può e deve essere presente ovunque ci sia bisogno di inclusione e attenzione.
La normalità che cura
In ospedale, ogni gesto che richiama la vita quotidiana diventa prezioso. La scuola ha permesso ai bambini di mantenere il contatto con la propria classe, di sentirsi parte di un gruppo, di non perdere il filo del proprio percorso. Per le famiglie, è stata una risorsa fondamentale: un segnale che, anche nel momento della fragilità, esiste uno spazio per la crescita e la speranza.
Un modello da replicare
Il progetto di Cremona rappresenta un esempio virtuoso di scuola ospedaliera, capace di adattarsi, innovare e prendersi cura. Un modello che merita di essere replicato e sostenuto, perché ogni bambino ha diritto a imparare, ovunque si trovi. Anche tra le pareti di un reparto pediatrico.