Al supermercato non si potrà più comprare il pane sfuso self-service
I clienti non potranno maneggiarlo direttamente, dovrà essere confezionato. Esultano le associazioni di categoria.
Siete abituati a comprare il pane sfuso al supermercato, prendendolo e mettendolo nei sacchetti come si fa per la frutta e la verdura? Fatevene una ragione, non si potrà più fare. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con la sentenza numero 6677/2021 ribadendo il principio del preconfezionamento obbligatorio del pane precotto e congelato, messo in vendita nel contesto della Grande distribuzione organizzata (Gdo), allo scopo di differenziarlo dal pane fresco.
Stop al pane sfuso al supermercato
La vicenda aveva avuto inizio nel gennaio 2020 a Gallipoli, in Puglia. Qui i Carabinieri del Nas avevano sequestrato 23 chili di pane precotto che era stato messo in vendita sfuso negli scaffali di un supermercato. L’attività aveva presentato un ricorso, che era però stato respinto qualche mese dopo dalla Cassazione, che aveva stabilito lo stop alla vendita del pane precotto e congelato senza confezione.
Concetto ribadito ora anche dal Consiglio di Stato, che ha spiegato come non sia possibile permettere ai clienti di manipolare il pane precotto all’interno dei supermercati.
Cosa dice la sentenza
Nello specifico, la sentenza afferma che:
"Il pane ottenuto mediante completamento di cottura da pane parzialmente cotto, surgelato o non surgelato, deve essere distribuito e messo in vendita in comparti separati dal pane fresco e in imballaggi preconfezionati riportati oltre alle indicazioni previste dal decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109. Ove le operazioni di completamento della cottura e di preconfezionamento del pane non possano avvenire in aree separate da quelle di vendita del prodotto, dette operazioni possono avvenire, fatte salve comunque le norme igienico-sanitarie, anche nella stessa area di vendita e la specifica dicitura di cui al comma 1 deve figurare altresì su un cartello esposto in modo chiaramente visibile al consumatore nell’area di vendita".
Una sentenza che naturalmente ha fatto esultare le associazioni di categoria e i numerosi panettieri artigianali d'Italia, che potranno vedere distinto il loro lavoro.