Asst Cremona

A Cremona il Premio Stella Fondazione Trapianti: prima a riceverlo in Italia

Per "Il particolare impegno della dirigenza e del personale sanitario nella gestione clinica del processo di donazione di organi e tessuti"

A Cremona il Premio Stella Fondazione Trapianti: prima a riceverlo in Italia
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Consegnato il Premio Stella Fondazione Trapianti. Prima azienda in Italia a ricevere questo riconoscimento è l'Asst di Cremona. Molto partecipato l’incontro in sala Puerari, animato dalle toccanti testimonianze di Laura Mazzeri e dei familiari dei donatori. Un incrocio di destini fatti di malattia, dolore, di rinascita e umanità.

A Cremona il premio Stella Fondazione Trapianti

Il premio Stella Fondazione Trapianti onlus è stato consegnato sabato 15 aprile 2023 nella mattinata all’Asst di Cremona. È la prima in Italia e in Lombardia a riceverlo, e la motivazione è nobile.  La presidente di Fondazione Trapianti Onlus Marina Morgutti, e il Coordinatore Scientifico Sergio Vesconi hanno consegnato il premio a Rosario Canino (direttore Sanitario dell’Asst di Cremona) e all’équipe del Coordinamento donazione e prelievo organi e tessuti dell’Ospedale di Cremona.

«Il premio Stella – spiegano Morgutti e Vesconi  - prevede la valutazione della struttura sanitaria sulla base di una serie di parametri finalizzati a cogliere il clima organizzativo e l’attitudine nel suo complesso verso questo tema».

Asst Cremona è la prima azienda ad ottenere questo riconoscimento, per «Il particolare impegno della dirigenza e del personale sanitario nelle azioni di governo e nella gestione clinica del processo di donazione di organi e tessuti, nonché le altre iniziative messe in campo per favorire la crescita della cultura della donazione».

Il dono "tra due vite"

Organizzata dall’Asst di Cremona, in collaborazione con l’Ats Val Padana, il Comune di Cremona e la sezione provinciale dell’Aido, l’iniziativa ha raccolto le testimonianze di chi ha ricevuto la donazione di un organo e dei familiari di chi gli organi li ha donati. Con loro anche gli operatori sanitari, che si trovano a comunicare in situazioni delicate e agire con tempestività per coordinare tutti i passaggi dal prelievo al trapianto.

Laura Mazzeri, autrice del libro “Tra due vite. L’attesa, il trapianto, il ritorno” (Giunti editore), ha aperto l’incontro ricordando la propria esperienza di trapianto, avvenuto il 22 aprile 2009.

«È una data incisa per sempre nella cicatrice curva che attraversa la mia pancia - ha raccontato - È come una corteccia graffiata, un foglio scritto. Dietro questi segni-parole si nascondono i mondi delle nostre due vite». Si riferisce al suo donatore, cui ogni anno dedica un pensiero sublimato in una lunga camminata nella sua città, in cui porta in giro «la sua parte vitale per vedere cose belle. Il mio corpo ora è l’espressione del suo funzionamento. Sento di volerlo tenere bene: questo giovane fegato deve diventare vecchissimo».

Le testimonianze

Toccanti le testimonianze dei famigliari di due donatori, che in dialogo con Stefania Mattioli (responsabile Comunicazione e relazioni esterne dell’Asst di Cremona) hanno condiviso i pensieri e le emozioni provate al momento della scelta.

«La vita non finisce mai davvero, c’è un dopo». Così ha detto Franca Piazzi, mamma di Matteo, scomparso a soli 20 anni nel 2018 (il primo caso di prelievo di polmoni a cuore fermo eseguito all’Ospedale di Cremona). «Il desiderio di lasciare una traccia di Matteo ha prevalso nel dramma. La vita è importante nel momento in cui si dà sfogo all’umanità. Donare gli organi significa dare ad altre persone la possibilità di stare bene, di alleviare le sofferenze e continuare ad essere. Per chi resta è un momento di gioia dentro un dolore immenso».

«La mia mamma era un’infermiera e si è sempre spesa per gli altri». Gianluca D’Amato ricorda così la scelta di Graziella, infermiera di neurologia, che dopo una lunghissima malattia è mancata a gennaio di quest’anno.

«Quando è arrivato il momento non è stato semplice. Sono stati gli anestesisti, con delicatezza, a spiegarmi cosa stava accadendo, ad aiutarmi a capire. La notizia che i trapianti erano andati a buon fine è stata un sollievo, serenità pura. A chi riceve un organo direi di non sentirsi in colpa: l’organo che hanno ricevuto arriva da una scelta, quella di persone coraggiose che tengono alla vita».

La voce degli operatori

Al dibattito hanno partecipato Enrico Storti (Direttore Dipartimento emergenza urgenza), Alberto Bonvecchio ed Elisa Pizzera (rispettivamente Responsabile e infermiera del Coordinamento donazione e prelievo organi e tessuti), Giuseppe Piccolo (Coordinatore Regionale Trapianti), Elena Maria Rossi (Promozione della Salute e Prevenzione Fattori di Rischio Comportamentali, Ats Val Padana).

Le considerazioni finali saranno affidate a Gianluca Galimberti (Sindaco di Cremona), Rosario Canino (Direttore sanitario ASST Cremona), Salvatore Mannino (Direttore Generale Ats Val Padana).

«Con le colleghe Sonia Bonoli e Olga Kouadio, mi è capitato centinaia di volte di partecipare alla richiesta di donazione ma ogni volta è una cosa diversa», afferma Elisa Pizzera, infermiera del Coordinamento donazione e prelievo organi e tessuti.

«Un mix di emozioni che comprendono rabbia, dolore, tristezza e sembrerà curioso ma alla fine anche gioia. Di fronte ad un evento tragico, la scelta di donare diventa un sollievo, qualcosa che aiuta a trovare un senso. Attivare una procedura di donazione è più semplice se il paziente ha espresso la propria volontà in vita. Diversamente sono i sanitari a chiedere ai familiari di pensare a cosa avrebbe fatto il loro caro, ad aiutarli a capire cosa sia bene fare. La scelta tocca a loro».

Enrico Storti (Direttore Dipartimento emergenza urgenza) mette a confronto l’esperienza maturata negli anni precedenti all’ospedale Niguarda di Milano nel campo dei trapianti, e quella vissuta a Cremona negli ultimi due anni.

«Qui ho potuto meglio osservare ciò che accade prima, nella fase del prelievo di organi e tessuti. Entrambe le situazioni vanno gestite con estrema delicatezza. Agire come un’unica squadra è fondamentale: tutti devo lavorare in sincrono, su percorsi paralleli, complementari e condivisi. Occorre mettere nella condizione di accettare questa situazione sia chi dona sia chi riceve.

Oltre all’attività di organizzazione, coordinamento e gestione delle procedure legate al prelievo, l’équipe di Anestesia e rianimazione svolge un ruolo determinante nel gestire le dinamiche relazionali ed emotive in un momento così delicato. Il dono rappresenta una concreta possibilità per dare un senso al dolore, restituire la speranza e una migliore qualità di vita a chi è in attesa di ricevere».

Come ha spiegato Alberto Bonvecchio, (Responsabile del Coordinamento donazione e prelievo organi e tessuti), «Dai primi mesi del 2022, l’Asst di Cremona ha emesso un’articolata procedura aziendale per la gestione del percorso di fine vita. Siamo tra i pochi ospedali in Italia ad operare in questo modo: questo approccio porta a considerare questa strada solo qualora abbia senso dal punto di vista etico e terapeutico. Il trattamento di fine vita è a sua volta una terapia, per accompagnare il paziente verso ciò che sarebbe il naturale decorso della sua condizione. Il giusto tempismo è fondamentale sia per comunicare con la famiglia sia per disporre ciò che è necessario a rendere efficace l’intero percorso di donazione».

Giuseppe Piccolo (Coordinatore Regionale Trapianti) ha ricordato l’importanza di saper fare rete tra  operatori sanitari, ospedali, servizi, reparti, «condividendo lo stesso obiettivo: garantire il miglior uso della donazione per il maggior numero di pazienti in Italia, e talvolta in Europa. È un lavoro di gruppo, che ogni volta riesce a stupirci per le centinaia di persone sono coinvolte. Significa condividere una fatica che ha un grande significato».

Continuare a parlare di donazione è importante: «è un tema ancora poco conosciuto – prosegue Piccolo - connaturato a valori e vissuti profondamente umani. Dietro l’aspetto tecnobiomedico, c’è il superamento del limite del singolo e della morte stessa: la donazione come cura dell’altro oltre la morte».

A questo proposito, le testimonianze raccolte sono state un modo efficace per «rendere evidente quanto un trapianto restituisca normalità alla vita di malati altrimenti segnati da ben altri destini», aggiunge Piccolo.

«È importante aumentare il numero delle donazioni – aggiunge - in Italia e in Lombardia sono in aumento: attualmente la media nazionale è di 28 donatori per milioni di abitanti (33 in Lombardia), traguardo mai raggiunto in precedenza. Stiamo lavorando, il dr. Marco Sacchi in particolare, con i Coordinamenti Ospedalieri di Procurement, i reparti di Pronto Soccorso, di Neurologia e di Medicina Interna per migliorare l’identificazione dei potenziali donatori.

Sul versante del trapianto di rene da donatore vivente, coinvolgeremo su in tavolo regionale tutte le nefrologie lombarde per garantire a tutti i soggetti nefropatici cronici e ai loro familiari l’informazione sulla possibilità del trapianto da vivente».

Il Direttore Sanitario dell’Asst di Cremona Rosario Canino ha sottolineato l’importanza del premio ricevuto, che «riconosce in modo tangibile la validità del lavoro svolto finora, in termini organizzativi e per l’attitudine a tutela della persona. Ogni anno circa 8500 persone sono in attesa di ricevere un organo, mentre i trapianti effettuati si attestano a 3500. Il dono aumenta le chance di sopravvivenza per chi soffre d’insufficienza grave d’organo. Questo è motivo di orgoglio e grande soddisfazione per tutti noi».

«La donazione – dichiara Elena Maria Rossi, Dirigente della Struttura Promozione della Salute e Prevenzione Fattori di Rischio Comportamentali di ATS della Val Padana - rappresenta un atto volontario di grande senso civico e di umanità, dettato da puro spirito di solidarietà, da chi dona una parte di sé a chi ne ha bisogno. È importante lavorare in Rete affinché la cultura del dono diventi un gesto comunitario, da imparare fin dalle prime fasi di vita, quando il seme della generosità è in fase di crescita e maturazione.

L’ATS della Val Padana - grazie al Protocollo d’intesa che sancisce la collaborazione con le ASST, le Associazioni del dono, le Reti delle Scuole che Promuovono Salute, gli Uffici Scolastici territoriali, gli Ordini dei Medici, delle Ostetriche, delle Professioni Infermieristiche e delle altre Professioni Sanitarie - lavora nei contesti scolastici, comunitari e dei luoghi di lavoro valorizzando le buone pratiche e le attività di sensibilizzazione legate al valore del dono come principio fondamentale di solidarietà».

Come dichiarare la propria volontà

Il consenso alla donazione di organi può essere espresso al rinnovo della carta d’identità nel comune di residenza, oppure sul sito dell’Associazione Italiana Donatori di Organi (AIDO), con procedura online tramite Spid.

Per informazioni: www.sceglididonare.it

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