Torna l'incubo aviaria, abbattuti 10mila tacchini sul confine cremonese
L'aviaria è tornata, istituita anche in provincia di Cremona la zona di sorveglianza. In Veneto abbattute già migliaia di galline.
Gli allevatori cremonesi stanno sperando che si tratti di casi isolati, la paura è quella di una nuova rovinosa epidemia.
Torna l'incubo aviaria
A Quinzano d'Oglio nel bresciano(ma vicinissimo al confine con la provincia di Cremona) è stato accertato un focolaio di influenza aviaria. Gli allevatori non hanno avuto alternative e hanno dovuto abbattere un totale di 10mila tacchini risultati positivi al virus super contagioso.
Torna l'incubo aviaria che durante lo scorso inverno aveva ridotto in ginocchio molti allevatori che adesso tremano nel timore di una nuova ondata. Dopo il focolaio bresciano l'attenzione è massima anche in diversi comuni del cremonese, quelli più vicini a Quinzano.
I casi nel pavese e in Veneto
Infatti fino al 22 novembre è stata istituita una zona di sorveglianza che comprende anche diversi comuni nel cremonese per scongiurare una nuova epidemia. La preoccupazione è alta anche per gli allevatori pavesi. Come riporta PrimaPavia, è stato scoperto un focolaio di aviaria in un allevamento della Lomellina.
Diversi animali sono stati abbattuti tra polli e anatre. Nella zona di sorveglianza istituita verranno censite tutte le aziende avicole e gli animali presenti. Il sottotipo del virus nella Lomellina è H5N1, lo stesso dei casi bresciani sul confine con Cremona.
Anche in Veneto in un allevamento trevigiano è stato trovato un maxi focolaio di aviaria. Come riporta PrimaTreviso, 49mila galline sono da abbattere. L'emergenza è seria e il timore è alto in tutto il nord Italia.
Il virus dell'aviaria
Il virus dell'aviaria è nato nel 1996 in Asia e si è diffuso in Europa e Africa nei primi anni 2000 portato dai volatili che migrando permettono al patogeno di diffondersi e contagiare gli uccelli degli altri paesi. Solitamente gli uccelli non si ammalano ma sono molto contagiosi per gli animali domestici come polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile.
L'uomo può infettarsi con il virus dell'aviaria a seguito di contatti diretti con animali infetti o con le loro escrezioni ma non c'è alcun rischio di trasmissione attraverso il consumo di carne o uova. I casi di contagi umani di aviaria sono comunque da sempre molto limitati.