Epatite C: un semplice esame del sangue può salvare la vita. Come aderire allo screening gratuito
In ATS Val Padana sono oltre 2.500 le persone che hanno già aderito allo screening gratuito.
Il 28 luglio è la Giornata Mondiale contro l'epatite C: un esame del sangue può salvare la nostra vita. Oltre 2.500 persone hanno già aderito allo screening gratuito in ATS Val Padana. Ecco come possiamo farlo anche noi.
Giornata Mondiale contro l'epatite C
Alla data del 22 luglio 2022, erano oltre 2.500 i test effettuati sul territorio di ATS Val Padana nell’ambito dello screening gratuito per l’Epatite C, lanciato dal Ministero della Salute, al quale ha aderito Regione Lombardia; di questi, al termine del percorso di approfondimento diagnostico di I e II livello ancora in corso, è stato ad oggi identificato 1 soggetto con infezione in atto, preso in carico per la terapia antivirale.
Come aderire allo screening gratuito
Lo screening gratuito per HCV può essere effettuato, previo consenso informato, nei punti prelievo che aderiscono all'iniziativa e nelle strutture che partecipano alla campagna durante un eventuale ricovero. Attualmente, nelle province di Cremona e Mantova sono 9 le strutture sanitarie - tra ASST, case di cura private e centri medici - che hanno aderito al programma, delle quali solo le ASST effettuano test di II livello.
Il test è gratuito per le persone nate tra il 1969 e il 1989 mai trattate per infezione da HCV e viene proposto – o può essere richiesto – in occasione di un prelievo per altri esami di laboratorio o durante un ricovero (anche in regime di Day Hospital o di Day Surgery).
Il cosa consiste il test
Il test di primo livello prevede un prelievo di sangue standard (da vena periferica) per la ricerca degli anticorpi anti-HCV, effettuato contestualmente agli esami del sangue di routine; il risultato del test viene consegnato insieme agli esiti degli esami. In caso di positività, il cittadino viene contattato per un approfondimento diagnostico di secondo livello.
“È importante aderire allo screening offerto in forma gratuita da Regione Lombardia – spiega il dr. Luigi Vezzosi, dirigente medico della UOS Malattie Infettive dell'ATS Val Padana, coordinatore del programma sul territorio -, dal momento che alcuni casi di Epatite C potrebbero sfuggire alla diagnosi, in quanto l’infezione, che ricordiamo essere la principale causa di cirrosi e cancro del fegato in Italia, è spesso asintomatica”.
“Questa campagna di screening, alla quale le nostre strutture sanitarie hanno prontamente aderito, è una straordinaria opportunità in termini sia di protezione individuale che di salute pubblica - dichiara il Direttore Generale di ATS, Salvatore Mannino - che consente di effettuare una diagnosi precoce e intervenire tempestivamente in modo risolutivo. Rivolgo pertanto un appello a tutti coloro che hanno le caratteristiche per potere accedere, affinché dichiarino proattivamente la propria volontà di sottoporsi al test di screening; al tempo stesso, rivolgo un appello anche a tutti gli operatori sanitari, affinché si adoperino attivamente nell’informare adeguatamente ed incentivare così l’adesione a questa iniziativa.”
Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito di ATS CLICCANDO QUI.
I dati
Si calcola che nel nostro Paese tra l’1% e l’1,5% della popolazione sia affetta da epatite C; in Lombardia, si stima che circa 150.000 persone presentino l’infezione da HCV.
Fino al 2015 in Italia moriva 1 persona ogni 30 minuti per le conseguenze dell’Epatite C; oggi, fortunatamente, sono disponibili cure con farmaci che, somministrati per via orale per 8-12 settimane, portano alla guarigione in più del 95% dei casi, con scarsi effetti collaterali.
"L’Epatite da HCV è una malattia insidiosa; il virus circola nel sangue e si trasmette con aghi o strumentario infetto, con i rapporti sessuali, nonché dalla madre al feto – spiega il dottor Salvatore Casari, infettivologo e Direttore del reparto Malattie Infettive del Carlo Poma di Mantova -. La malattia molto spesso non provoca sintomi significativi e rimane latente a lungo, anche per decenni. La persona non consapevole di essere infetta manifesterà tardi le complicanze della malattia (cirrosi epatica e tumore al fegato) e nel frattempo potrà contagiare i familiari”.
In Italia il problema è più rilevante che nel resto d’Europa, con 38 decessi per milione di abitanti contro i 13 della media dell’Unione Europea (dati Eurostat del 2016). “Fino al 1989 non si conosceva il virus che provoca la malattia, che veniva infatti chiamata Epatite non A-non B per distinguerla dalle altre due principali forme di epatite - continua il Primario -. Ora è noto che l’infezione colpisce mediamente circa l’1% della popolazione, anche se in alcuni ambiti questo dato è molto superiore”.
Dalla scoperta del virus ad oggi sono stati fatti enormi passi avanti nello studio e nella cura dell’infezione. “Sono ormai lontani gli anni in cui si utilizzavano interferon e ribavirina spesso con risultati insoddisfacenti – spiega Casari –. Oggi abbiamo invece a disposizione farmaci molto efficaci (oltre 95% di guarigioni definitive), comodi (una dose al giorno di compresse per 8-12 settimane) e quasi privi di effetti collaterali. Inoltre, chi guarisce dall’Epatite C non è più contagioso, anche se può comunque reinfettarsi.
La disponibilità di questi farmaci e il loro costo sostenibile ha indotto il Ministero della Salute ad aderire al Programma dell’OMS per l’eliminazione del virus HCV entro il 2030. Per ottenere ciò è necessario conoscere chi ha l’infezione e curarlo; per questo è in atto la campagna di screening alla quale ha aderito anche la Lombardia. In questa fase, il test è offerto gratuitamente a tutte le persone nate tra il 1969 e il 1989. Tuttavia, chi non rientra in questa fascia d’età, può comunque essere sottoposto al test con impegnativa del medico curante. Chi dovesse risultare positivo potrà essere preso in carico da un Centro esperto, che per la provincia di Mantova si trova presso le Malattie Infettive dell’ospedale Carlo Poma”.