Aggressione in carcere a Cremona, detenuto colpisce a calci e pugni un poliziotto
L'agente è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari.
Aggressione in carcere, detenuto colpisce a calci e pugni un poliziotto. Giornata di follia e violenza, ieri mercoledì, nel carcere di Cremona, con un appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria ferito che è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
Aggressione in carcere a Cremona, detenuto colpisce a calci e pugni un poliziotto
“Nella mattinata di ieri, durante la battitura, un detenuto straniero è andato in escandescenza per futili motivi ed ha iniziato a sferrare calci e pugni al personale di Polizia intervenuto nella gestione dello stesso. Immediatamente si è ripristinato l’ordine e la sicurezza all’interno della Sezione, ma un Assistente di polizia penitenziaria è rimasto contuso ed è dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso del locale. Il SAPPE augura una pronta guarigione all’Assistente rimasto ferito e auspica che si possa quanto prima lavorare con maggiore serenità e sicurezza nei reparti detentivi. Una violenza grave ed inaccettabile.
Mi chiedo dove siano coloro che rivendicano, ad ogni piè sospinto, più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli Agenti di Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle Istituzioni…”, denuncia Alfonso Greco, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
Numerosi episodi violenti
Il Sindacato evidenzia che nel 2021 nel carcere cremonese si sono contati 384 atti di autolesionismo, 50 tentati suicidi sventati in tempo dal personale di Polizia Penitenziaria e ben 44 colluttazioni.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime solidarietà e vicinanza al collega contuso a Cremona e denuncia: “è gravissimo quello che è accaduto, una violenza inaccettabile che ricorda a tutti quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Eppure, la Polizia Penitenziaria è stata incomprensibilmente esclusa, rispetto alle altre Forze dell’Ordine, dalla dotazione del taser, che può essere uno strumento utile per contenere le continue aggressioni”.
Capece, segretario del primo e più rappresentativo Sindacato della Polizia Penitenziaria, ricorda infine: “sono mesi che il SAPPE porta avanti le battaglie a favore di ogni singolo operatore delle forze dell'ordine e del soccorso pubblico. Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri e di quel partito dell'antipolizia che non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo episodio. Ed è per questo che il SAPPE ha chiesto e chiede alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia un Capo del DAP che sia orgoglioso delle donne e dei suoi uomini e sia loro vicino per quel che fanno ogni giorno, favorendo politiche penitenziarie che sappiano bilanciare bene trattamento e sicurezza, visto che ultimamente di sicurezza nelle carceri italiane ce n’è sempre meno…”, conclude.