Violenza in carcere a Cremona: detenuto punta coltello alla gola a poliziotto
Solo l’immediato intervento di un altro Agente ha evitato il peggio, nonostante anche questo sia stato aggredito con calci e pugni.
Cremona, ancora violenze in carcere: detenuto aggredisce poliziotto penitenziario. Sappe: "Basta violenze!"
Detenuto punta coltello alla gola a poliziotto penitenziario
Sangue e violenza, giovedì 13 gennaio 2021, nel carcere di Cremona per la folle intemperanza di un detenuto. A dare la notizia è Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: "Nella mattina di ieri, presso il carcere dì Cremona, un detenuto dì origine straniera ha aggredito per futili motivi con un coltello rudimentale l’Assistente dì Polizia penitenziaria che stava operando sul piano. Il detenuto gli ha puntato il coltello alla gola ma solo l’immediato intervento di un altro Agente sul piano ha evitato il peggio, nonostante anche quest’ultimo sia stato aggredito con calci e pugni. Ripristinato l’ordine e la sicurezza nella Sezione detentiva, i poliziotti intervenuti sono dovuti ricorrere alle cure del Pronto soccorso del locale nosocomi, poi dimessi entrambi con una prognosi di 5 giorni”.
“Il detenuto responsabile dell’aggressione è dì gestione impossibile senza mezzi e strumenti atti a garantire l’incolumità dì tutti gli operatori dell’istituto”, conclude Greco. “Numerosi sono gli eventi critici che si stanno verificando negli istituti penitenziari e la Polizia penitenziaria è quella che sta pagando il prezzo più alto, del resto come sempre”.
Servono "taser" e spray al peperoncino
Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE esprime solidarietà e ha parole di apprezzamento per il Personale di Polizia Penitenziaria in servizio a Cremona e aggiunge: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Eppure, nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti, per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino” .
Per Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, “ormai è un bollettino di guerra e le vittime sono sempre le stesse: le donne ed uomini in divisa della Polizia Penitenziaria. Occorrono interventi immediati e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, aggiunge “Altro che carcere umano e più sicuro, come auspica la Ministro della Giustizia Cartabia: le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria”.