Pasqua 2021. La Sacra Spina e il messaggio del vescovo Napolioni: "Fame d'aria buona"
Anche quest'anno causa pandemia, niente processione cittadina della Sacra Spina, ma la reliquia sarà esposta in Cattedrale alla devozione dei fedeli.
Pasqua 2021, i riti della Settimana Santa a Cremona e il messaggio del vescovo Antonio Napolioni.
Pasqua 2021, i riti della Settimana Santa
Anche quest’anno i riti della Settimana Santa si svolgeranno in modo inedito a causa delle limitazioni dovute alla pandemia. Durante la sera del Venerdì Santo non sarà possibile celebrare la tradizionale processione della Sacra Spina per le vie del centro storico di Cremona. La reliquia della Sacra Spina, comunque, sarà offerta alla devozione dei fedeli.
Nelle giornate di venerdì 2 e sabato 3 aprile 2021 si potrà pregare davanti alla preziosa reliquia esposta presso l’altare delle reliquie, nel transetto nord della Cattedrale. Un gesto di devozione che anche il Vescovo compirà al termine dell’azione liturgica del Venerdì Santo.
La Sacra Spina
La Cappella delle Reliquie è stata commissionata a fine Settecento dal Capitolo della Cattedrale nel desiderio di dare una decorosa sistemazione a tutte le reliquie della Cattedrale. In stile neoclassico, la sua realizzazione è stata affidata a Giovanni Manfredini. Le sculture della cappella sono di Carlo Maria Giudici: la Temperanza e la Fortezza in apertura, mentre nel fastigio in sommità si trovano la rappresentazione della Fede e della Carità.
La reliquia più preziosa conservata in questo altare è proprio la Sacra Spina. La sua presenza in città è dovuta a Papa Gregorio XIV, che fu vescovo di Cremona dal 1560 fino all’elezione pontificia nel 1590: fu lui a donare la reliquia al Capitolo del duomo della città lombarda nel corso di una visita a Roma nel 1591. Da allora questa preziosa reliquia è oggetto di devozione da parte dei fedeli cremonesi, in particolare durante il Venerdì Santo, giorno in cui si fa memoria della Passione e morte di Gesù.
Il messaggio del Vescovo Napolioni
Un anno fa esplodeva l’epidemia, e il deserto della Quaresima ci portava ad una Pasqua drammatica, di vuoto e silenzio, di dolore e morte, quasi un interminabile Venerdì Santo. Poi la primavera e l’estate ci hanno dato sollievo, illuso di avercela fatta, e sono tornati mesi di paura e di lutto, mentre tanti purtroppo cedevano all’abitudine, all’indifferenza e alla sterile polemica. I cristiani, con prudenza e timore, uno alla volta, tornano in chiesa per attingere, alle fonti della fede, ragioni di speranza e sforzi di carità, tanto necessari.
Quanti malati allora, come oggi, avevano “fame d’aria”, dove drammaticamente mancava ossigeno per tutti! Anche le famiglie e i bambini chiusi in casa, lontani da scuola, hanno sperimentato una simile “claustrofobia”, perché siamo fatti per la libertà, il gioco e l’incontro, e lo capiamo quando cose così semplici ci mancano. Quanti anziani, che ora vediamo al massimo dietro un vetro, si spengono in tristezza e solitudine, perché l’abbraccio dei cari manca loro come l’aria.
Penso anche al dramma di famiglie strozzate dai debiti e tentate dalla violenza, a chi soffoca perché non riesce ad onorare le proprie responsabilità di padre e di madre, e non sa più come guardare negli occhi i propri figli. Tira brutta aria in troppe case!
Nella società, nella politica e nella Chiesa, c’è tanta fame d’aria buona, nauseati da ciò che ci intossica la mente e il cuore. C’è da ricostruire un Paese, l’Europa, il mondo, e ci vuole un vento potente che spazzi via corruzione e mediocrità, per far respirare soprattutto le nuove generazioni.
In questa realtà, risuona ancora la grande notizia: l’aria buona c’è, non ve ne accorgete? C’è un respiro di speranza, che buca ogni smog e raggiunge ogni cuore, specie se affamato di salute dell’anima, oltre che del corpo.
È lo Spirito di Dio, il suo soffio creatore, che spira ancora bellezza e novità, come in un bacio d’amore eterno che ravviva i piccoli, i poveri, i deboli, gli ultimi del mondo. E da lì, dalle periferie dell’esistenza, spinge avanti la storia e il cosmo, verso l’appuntamento con un destino di gloria. È lo Spirito di Gesù, che ci dona mentre spira sulla croce, dove il sangue versato sgorga come sorgente di salvezza per tutti. È lo Spirito del Risorto, che provoca la Chiesa di ogni tempo, chiamandola a rinnovarsi sempre per essere puntuale nel dialogo con gli uomini e le donne che chiedono ragioni per credere e forza per amare.
Invito tutti a respirare quest’aria buona, che spazza via il virus dell’egoismo e del disfattismo, riempiendo il cuore della forza della santità. Mentre siamo ancora impediti di andare ovunque, di fare vacanze chissà dove, invito a vivere questa Settimana Santa, sì con sobrietà e prudenza, ma senza mancare l’appuntamento con la bellezza intramontabile della liturgia. Il mistero, coi suoi segni poveri e potenti, ci rimette alla sequela del Salvatore, con cuore, polmoni e gambe, da uomini nuovi.
Questa fame di Pasqua, fame dello Spirito, fame di aria buona… è il mio augurio fraterno. Grato per le tante testimonianze di impegno generoso, che autorizzano a guardare con fiducia alla strada ancora da fare, insieme.