Stefano Paleari ha aperto la rassegna culturale dell’UST
Al via la rassegna di incontri online 'Sentieri letterari nella contemporaneità’ con la presentazione del libro ‘La guerra non dichiarata'.
Sentieri letterari nella contemporaneità" ad aprire la rassegna culturale dell'UST è Stefano Paleari con la presentazione del libro "La guerra non dichiarata".
Stefano Paleari ha aperto la rassegna culturale dell’UST
L’emergenza pandemica ha inasprito i problemi economici e sociali innescati dalla crisi del 2008. La dinamica recessiva dell’Italia è al centro dell’analisi che Stefano Paleari - già presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e commissario straordinario di Alitalia - ha sviluppato nel libro ‘La guerra non dichiarata’: «Un’opera dall’approccio ingegneristico che prende in esame quei trend negativi che il Paese non è ancora stato in grado di invertire», ha affermato ieri l’autore durante l’incontro online che ha aperto la rassegna culturale ‘Sentieri letterari nella contemporaneità’ organizzata dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona, in collaborazione con quello di Sondrio.
L'incontro
Tra i relatori anche Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo e di Acri, e da Remo Morzenti Pellegrini, magnifico rettore dell’Università degli Studi di Bergamo e presidente del Comitato regionale delle Università lombarde. Alla videoconferenza hanno partecipato il dirigente dell’Ust della provincia di Cremona, Fabio Molinari, e il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, Augusta Celada.
Paleari ha spiegato: «Le tendenze in atto hanno prodotti cambiamenti analoghi a quelli che soltanto una guerra è in grado di generare. Gli effetti immediati e sconquassanti della pandemia si sono sommati a quelli, più lenti ma non meno radicali, che l’Italia sta continuando a sperimentare dopo lo scoppio della grande recessione. Probabilmente non ci siamo resi conto della deriva verso cui eravamo indirizzati». Paleari, quindi, ha osservato: «In dieci anni abbiamo perso un quarto delle nascite e, secondo le stime, l’anno prossimo i nuovi nati saranno meno di 400 mila. Un calo pari a quello determinato da un evento bellico, a causa della partenza dei soldati al fronte. Per la prima volta le nuove generazioni si troveranno in un contesto di ricchezza misurata più povero rispetto a quello dei propri genitori».
Ma il calo demografico è soltanto uno degli indicatori presi in considerazione dall’autore: «L’Italia ha patito un crollo sia della produzione industriale che dei valori immobiliari. Non in tutta Europa si registrano gli stessi andamenti: Germania, Francia e Inghilterra, ad esempio, hanno saputo fare meglio di noi». In un quadro deteriorato, aggravato «dalle ferite prodotte sul versante della giustizia, dell’istruzione e della sanità», il Paese ha continuato ad accumulare debito: «Purtroppo la spesa previdenziale è fuori controllo - ha dichiarato Paleari - e assorbe tutte le risorse che potrebbero essere impiegate per invertire i trend in peggioramento». Paleari, nel suo libro, avanza proposte concrete, che seguono due direttrici: da un lato «la necessità di intervenire sul cambiamento climatico, che ci impone una nuova dinamica di sviluppo sociale con l’intervento di istituzioni mondiali», dall’altro «l’intoccabilità dell’appartenenza all’Europa, perché per l’Italia non può esistere futuro al di fuori del contesto europeo».
Profumo, commentando il volume, si è soffermato sulle tendenze demografiche esaminate da Paleari: «Il calo delle nascite peserà enormemente sul nostro Paese e su tutta la programmazione del futuro, in particolare sulle scuole, sugli ospedali e sui servizi in generale». Morzenti, invece, ha riflettuto: «Il messaggio più importante che il lavoro di Paleari indirizza alle nuove generazioni è quello che riguarda il metodo, perché per ricercare e analizzare occorre un approccio strutturato. L’invito suona implicito: bisogna imparare a imparare».
LEGGI ANCHE
Approvato accordo di programma tra Regione e Arvedi spa: più tutela per l'ambiente