Si finge medico e chiede una raccolta fondi per l'Ospedale, ma è una truffa
A cadere nella trappola il "Movimento del Malato Onlus" con sede a Crema.

Chiede una raccolta fondi per l’Ospedale Bambin Gesù di Roma, i Carabinieri scoprono la truffa e denunciano l’autore.
Si finge medico e chiede una raccolta fondi, ma è una truffa
Nel mese di dicembre i dirigenti della confederazione internazionale “Movimento del Malato Onlus” con sede a Crema (CR) sono stati contattati da un sedicente medico, qualificatosi come specialista dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, che richiedeva un contributo in denaro al fine di acquistare dei medicinali per un bambino di sette anni affetto da malattia rara e ricoverato presso la predetta struttura sanitaria.
Il versamento sulla Postepay
L’associazione, dopo aver richiesto il permesso, ha effettuato in data 8 dicembre 2019 una raccolta fondi per il minore a Romanengo in Piazza Gramsci. Il giorno successivo i membri responsabili hanno effettuato il versamento del denaro raccolto, circa 300,00 euro, su una Postepay precedentemente indicata dal sedicente medico.
Le verifiche
I Carabinieri della Stazione di Romanengo, effettuate successivamente una serie di verifiche, hanno potuto constatare che la stessa richiesta fondi era stata effettuata anche in altre città da un truffatore non appartenente ad alcuna professione sanitaria e non riconducibile in alcun modo all’Ospedale Bambin Gesù.
Al termine dell’attività di indagine, i militari della Stazione di Romanengo hanno identificato e denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Cremona per truffa, usurpazione di funzione Pubbliche e sostituzione di persona: F.A., nato nel 1962 e residente in provincia di Matera, coniugato, operaio, con precedenti di polizia.
Il materiale sequestrato
L’uomo, è stato sottoposto a perquisizione personale e domiciliare, eseguita dai Carabinieri del Comando Provinciale di Matera che ha permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro penale la Postepay sulla quale era stata effettuata la ricarica del denaro raccolto, la scheda Sim con cui aveva contattato telefonicamente l’Onlus e apparati informativi attraverso i quali lo stesso aveva aperto un falso profilo sui “social-network” per dare ancora più credibilità alle sue richieste di denaro.
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