Carcere di Cremona, donna tenta di passare droga al parente detenuto
E' accaduto martedì 4 febbraio: il personale di Polizia Penitenziaria si è insospettito da alcuni segnali di nervosismo di una donna ammessa a colloquio con il familiare detenuto.

E' accaduto martedì 4 febbraio: il personale di Polizia Penitenziaria si è insospettito per alcuni segnali di nervosismo di una donna ammessa a colloquio con il familiare detenuto.
Carcere di Cremona: donna tenta di introdurre droga
Martedì 4 febbraio nel carcere di Cremona, il personale di Polizia Penitenziaria si è insospettito da alcuni piccoli segnali di nervosismo di una donna ammessa a colloquio con il familiare detenuto: “La donna è stata dunque perquisita e colta nella flagranza di possesso di sostanza stupefacente destinata alla cessione al parente detenuto”, spiegano Donato Capece, segretario generale SAPPE, ed Alfonso Greco, segretario regionale lombardo del SAPPE.
Carcere di Cremona: detenuto beccato con microcellulare nascosto nello shampoo
Battaglia quotidiana nelle carceri
“Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri in servizio nel carcere di Cremona, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere. Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri”, aggiungono Greco e Capece.
SAPPE contro il sistema di vigilanza dinamica
Il SAPPE “punta il dito” contro il sistema della vigilanza dinamica e del regime penitenziario ‘aperto’ a favore dei detenuti, che fa venire meno i controlli della Polizia Penitenziaria: “Con la vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto gli eventi critici sono aumentati. Rinnoviamo dunque la richiesta di un incontro con il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per affrontare eventuali interventi che possano essere messi in campo dalla politica. La realtà è che sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili. Sarà anche l’occasione per evidenziare al Guardasigilli che la realtà detentiva italiana è più complessa e problematica di quello che lui immagina e che il SAPPE denuncia sistematicamente”.