Nella Giornata mondiale contro il tumore al pancreas, l’Ospedale di Cremona ha scelto di dare voce a una paziente che ha affrontato la malattia con coraggio e determinazione.
Monica, 60 anni, ha raccontato la sua esperienza di fronte ai medici che l’hanno curata, sottolineando come la diagnosi le abbia cambiato la vita e come la fiducia riposta nei professionisti sia stata decisiva per la sua rinascita.
L’intervento e la ripresa
Il tumore era inizialmente considerato inoperabile, infiltrando le principali arterie dell’addome. L’équipe chirurgica guidata dal professor Gianluca Baiocchi e dal dottor Andrea Celotti ha scelto di tentare comunque.
“Quello di Monica era un tumore considerato inoperabile perché aveva un’infiltrazione delle principali arterie del corpo, quelle che vanno allo stomaco, alla milza e al fegato – spiega Andrea Celotti (chirurgo dell’équipe di Chirurgia diretta dal professor Gianluca Baiocchi).
Ci abbiamo creduto insieme. Nonostante le avessimo spiegato che ci potevano essere le complicanze di una chirurgia molto pesante, lei è sempre stata combattiva. L’intervento, durato circa sei ore, è stato molto delicato perché abbiamo lavorato sulle principali arterie dell’addome”.
I primi sintomi erano vaghi: un dolore alla schiena, stanchezza persistente, inappetenza.
“Per parecchio tempo, ho avuto un disturbo imprecisato, una specie di mal di schiena che compariva soprattutto quando mi coricavo, facendo la magazziniera credevo fosse normale – spiega Monica – Oltre a questo, ero inappetente (ma lo sono sempre stata) e sentivo una stanchezza irrecuperabile che pensavo dovuta al ritmo di lavoro e all’età. Il primo marzo del 2023, grazie al consiglio del fisioterapista e del medico di famiglia, ho fatto un’ecografia per capire la causa di questo strano dolore, il due aprile ho iniziato la chemioterapia”.
La Pancreas Unit di Cremona
La sua storia si intreccia con quella della Pancreas Unit di Cremona, uno dei 14 centri lombardi riconosciuti da Regione Lombardia. Struttura dove ogni caso viene discusso da un team multidisciplinare: oncologi, chirurghi, radiologi, endoscopisti, genetisti, anestesisti, psico-oncologi e nutrizionisti.
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“Le Pancreas Unit fanno parte di un progetto recente promosso da Regione Lombardia che ha individuato alcuni centri di riferimento per il trattamento specifico della patologia pancreatica, sulla base di criteri rigorosi. Questo a garanzia di determinati livelli di sicurezza e adeguatezza clinica per i pazienti – precisa Ezio Belleri, direttore generale Asst di Cremona che aggiunge – L’Ospedale di Cremona rispetta largamente tutti i requisiti stabiliti, per questo è uno dei quattordici centri lombardi che possono occuparsi a trecentosessanta gradi della diagnosi e della cura dei tumori del pancreas, grazie a un team allargato e molto competente”.
“Ogni singolo caso, infatti, viene discusso all’interno del gruppo multidisciplinare dove gli specialisti, tutti insieme, valutano cosa è meglio fare – spiegano Celotti e Grizzi. – L’équipe allargata è composta da oncologi, chirurghi, radiologi, radiologi interventisti, endoscopisti, genetisti, medici e tecnici di laboratorio, anatomopatologi, anestesisti e rianimatori. A questi si affiancano lo psico-oncologo, il nutrizionista, il fisioterapista e il case manager; una figura che segue e aiuta il paziente ad affrontare le difficoltà assistenziali nelle diverse fasi del percorso di cura”.
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La nuova consapevolezza di Monica
Monica oggi è consapevole e serena e afferma di stare meglio:
“Lo so che dico un abominio, se hai la fortuna di riprenderti la malattia ti cambia la vita in meglio. Sembra assurdo, ma adesso ho ben presente quali sono le cose per cui vale la pena arrabbiarsi, quali sono quelle da lasciar correre; non ho più la presunzione di poter controllare il futuro. Oggi sono molto più serena, sto meglio. Ringrazio sempre tutte le persone che mi hanno curato. I prossimi controlli sono a febbraio, per adesso non ci penso”.