Una diagnosi rapida, un intervento mininvasivo e una collaborazione tra specialisti hanno permesso a una ragazza di 17 anni di superare una rara condizione neurologica. La storia si è svolta all’Ospedale di Cremona, dove un’équipe multidisciplinare ha trattato con successo un meningocele basale attraverso una tecnica chirurgica innovativa.
Diagnosi rapida
A giugno del 2025, Giulia (nome di fantasia), 17 anni, si presenta al Pronto Soccorso di Cremona con un forte mal di testa che non accenna a diminuire. Un sintomo comune, ma che l’équipe medica guidata da Francesca Co’ decide di approfondire.
Luca Pianta
Gli esami diagnostici – prima una TAC, poi una Risonanza Magnetica – rivelano qualcosa di insolito. Il referto del radiologo indirizza gli specialisti verso una diagnosi poco frequente: meningocele basale, una condizione in cui una parte delle meningi scivola nella cavità nasale attraverso una fessura alla base del cranio.
Un lavoro di squadra
A quel punto entra in gioco il team di Luca Pianta, direttore dell’Otorinolaringoiatria dell’ospedale, che conferma la diagnosi. Il caso viene condiviso con il reparto di Neurochirurgia, diretto da Antonio Fioravanti, e la decisione è unanime: serve un intervento chirurgico.
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Equipe Otorinolaringoiatria
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Equipe Neurochirurgia
"Abbiamo programmato l’intervento a un mese dall’accesso in Pronto Soccorso, per preparare la paziente al meglio" spiega Pianta.
La scelta della tecnica endoscopica è stata possibile grazie alle condizioni generali favorevoli della paziente e alla disponibilità di un team altamente specializzato.
"Questo tipo di procedure viene svolto solo in centri altamente specializzati, perché richiedono la compresenza di neurochirurghi e otorinolaringoiatri esperti, strumenti endoscopici di ultima generazione e un team pronto a gestire ogni evenienza" aggiunge.
La riuscita dell’intervento è il risultato di un lavoro d’équipe. "La collaborazione tra specialisti è ciò che qualifica un ospedale", sottolinea Fioravanti.
"Lavorare in team ci permette di trattare patologie che da soli non potremmo affrontare. Oltre al meningocele, con la stessa tecnica vengono trattate altre patologie sellari complesse, come ad esempio gli adenomi ipofisari, i meningiomi che si sviluppano nella cavità ossea (sella turcica) situata alla base del cranio".
Nel caso di Giulia, la sinergia tra neurochirurghi e otorinolaringoiatri ha permesso una ricostruzione intracranica efficace.
"Prima abbiamo rimosso il meningocele fino al foro osseo dal quale le meningi erano scese, poi Giacomo Bertazzoni (otorinolaringoiatra) e Carmine Donofrio (neurochirurgo) hanno ricostruito la base intracranica anteriore con tessuto cartilagineo e lembo mucoso prelevato dal setto nasale della paziente. Quando si lavora in sala operatoria ogni singolo operatore svolge un ruolo fondamentale a partire dagli anestesisti - che sono al fianco dei chirurghi dal pre-ricovero – sino agli infermieri e agli strumentisti" precisa Pianta.
PIANTA Luca
Meningocele: quando preoccuparsi
Il meningocele è una condizione rara in cui una parte delle meningi che rivestono il cervello scivola nella cavità nasale attraverso un difetto osseo. Può essere congenito o provocato da un trauma.
"Nella maggior parte dei casi è asintomatico e viene scoperto per caso - spiega Bertazzoni -Tuttavia, quando è di grandi dimensioni può causare la fuoriuscita di liquido cerebrospinale da una narice (rinoliquorrea monolaterale). Ecco, questo è sempre un campanello d’allarme che richiede la valutazione dello specialista".