NEL BRESCIANO

La cocaina entrava in carcere all'interno dei cioccolatini: 13 arrestati, tra cui un agente di Polizia Penitenziaria

Indagati per corruzione, spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione e falsificazione di atti giudiziari

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Nella notte tra lunedì 16 e martedì 17 settembre 2024, le forze dell'ordine hanno condotto un'operazione su vasta scala nelle province di Brescia, Milano, Cremona, Asti, Bari e Frosinone.

 

13 arresti

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brescia, insieme al Nucleo Investigativo Regionale della Polizia Penitenziaria di Milano, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Brescia su richiesta della Procura della Repubblica.

Come riporta Prima Brescia, l'operazione ha portato all'arresto di 13 persone, sospettate di vari reati, tra cui corruzione, spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione e falsificazione di atti giudiziari.

Cellulari e cocaina in carcere

Le indagini, iniziate a gennaio 2021 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Brescia, sono scattate dopo la segnalazione da parte della Polizia Penitenziaria di comportamenti sospetti di un loro collega. Questo avrebbe portato alla scoperta di una rete di corruzione che coinvolgeva detenuti ed ex detenuti del carcere di Brescia, noto come "Canton Mombello".

Secondo le accuse, un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria, in servizio presso il carcere, avrebbe facilitato l'introduzione illegale di telefoni cellulari e altri dispositivi come USB, agevolando così lo scambio di informazioni tra detenuti e l'esterno.

Le indagini hanno inoltre svelato un giro di spaccio di cocaina all'interno della struttura carceraria. In particolare, la droga veniva nascosta all'interno di cioccolatini che apparivano perfettamente integri. L'agente di polizia, ignaro della presenza della cocaina, avrebbe introdotto i dolci all'interno del carcere.

Tentata estorsione

L'operazione ha portato alla luce anche un caso di tentata estorsione. Un detenuto, con l'aiuto di complici, avrebbe tentato di estorcere denaro a un ex compagno di cella, ora in libertà, in cambio del suo silenzio su un'assunzione fittizia che gli aveva permesso di beneficiare di misure alternative alla detenzione. Un altro episodio ha coinvolto uno studio legale di Milano, accusato di aver facilitato illegalmente le comunicazioni di un detenuto con l'esterno, attraverso il trasferimento abusivo di numerose telefonate.

Le misure cautelari

Tra i 13 indagati, quattro sono stati portati in carcere, mentre altri quattro sono stati posti ai domiciliari. Altri quattro ancora sono stati sottoposti all'obbligo di firma presso le autorità, mentre un avvocato è stato interdetto dalla professione per 12 mesi.

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