A 100 chilometri di distanza

Terza dose: per anziana di Crema c'è posto solo a gennaio... a Como

Piloni: "Avvisaglie di ritorno al caos, sbagliato sguarnire gli hub".

Terza dose: per anziana di Crema c'è posto solo a gennaio... a Como
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Terza dose di vaccino covid: un'anziana residente a Crema trova posto solo a Como e nel mese di gennaio. Ritorno al caos? A sollevare la questione è Matteo Piloni, consigliere regionale del Pd.

Terza dose: per anziana di Crema c'è posto solo a gennaio a Como

Dopo mesi di tranquillità, dovuta al cambio di piattaforma di prenotazione e all’adeguamento al piano vaccinale nazionale, il sistema di assegnazione degli appuntamenti per la terza dose ricomincia a dare problemi. L’ultimo in ordine di tempo è accaduto questa mattina a una signora di Crema, settantacinquenne, vaccinata con la seconda dose sei mesi e pochi giorni fa, a cui viene data come unica sede vaccinale possibile un centro di Como, in via Napoleona 60, a 100 chilometri di distanza da casa. Non solo: il primo appuntamento è al 12 di gennaio.

È andata leggermente meglio al marito, anch’egli oltre i sei mesi dalla seconda vaccinazione, che invece ha ottenuto l’appuntamento a Bergamo, a 40 chilometri da casa, per il prossimo 27 dicembre.

Ritorno al caos?

“Ci sono prime avvisaglie di un ritorno al caos della prima fase della campagna vaccinale di inizio 2021 – dichiara il consigliere regionale Matteo Piloni - quando la piattaforma della società della Regione Aria Spa spediva gli anziani in giro per la Lombardia. Oggi, però, il problema non sembra più essere informatico, ma di gestione degli hub, che sono sguarniti e in dismissione proprio quando dovremmo spingere per la terza dose.

Un grave errore della programmazione della Regione, che noi abbiamo cercato di prevenire con una mozione presentata in aula lo scorso 2 novembre con cui chiedevamo di riaprire gli hub in vista dell’adesione massiccia da parte degli anziani. Ci è stato risposto che dicevamo falsità e la mozione è stata respinta.

Oggi il presidente Fontana dice che bisogna convincere gli anziani a fare la terza dose, ma se le persone convinte, per fare una puntura, devono impiegare mezza giornata, quando potrebbero farla comodamente vicino a casa, significa che la colpa non è del cittadino, ma della Regione. E la Regione Lombardia non si può permettere altri errori, perché la relativa calma che abbiamo ora nei nostri ospedali l’abbiamo ottenuta a costi altissimi, che non vogliamo né possiamo pagare di nuovo.”

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