L'intervista

Majorino: "Vogliamo dare voce ai diritti"

Il nuovo capogruppo del PD in Regione Lombardia ha commentato i risultati dell'ultima elezione e spiegato quali saranno gli obiettivi del partito in Regione per i prossimi 5 anni

Majorino: "Vogliamo dare voce ai diritti"
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Dai tempi dell’Unione degli Studenti, passando per l’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Milano e per la Ue come europarlamentare, di strada ne ha fatta e oggi Pierfrancesco Majorino ha sfidato il centrodestra alla guida di Regione Lombardia. Molto l’astensionismo, forse determinante nella riconferma degli uscenti, ma come ha trovato la Lombardia, attraversandola durante la campagna elettorale?

“È una regione grande, diversificata e plurale. L’ho visitata in una corsa contro il tempo, poiché la campagna elettorale è stata brevissima, un vero e proprio viaggio. Mi sono accorto della vastità materiale, sociale e culturale di una regione che è molto difficile da etichettare. Per questo credo sia giusto parlare di Lombardie. I nostri risultati elettorali, tanto diversificati, lo dimostrano”.

Come si spiega il risultato?

Va guardato con attenzione: abbiamo vinto in diversi Comuni, tra cui Milano, Brescia e Bergamo, e perso, in maniera dirompente, altrove. Di certo alla fine ha prevalso il disincanto e un certo crollo delle aspettative nei confronti della Regione, un’istituzione spesso ritenuta distante e misteriosa. Questi, credo, i motivi di un’astensione ampia, che è un grande problema per la qualità della democrazia italiana. A ciò va aggiunta la forza politica della destra. Questo non è un alibi: ho vissuto come doverosa la mia disponibilità alla candidatura e come necessario un impegno di tutte e tutti noi per ricostruire.

Ora è capogruppo Pd in consiglio regionale: come intende impostare il lavoro?

Credo molto al lavoro di squadra. Il nostro gruppo ha uno straordinario patrimonio di storie e competenze. Dobbiamo essere in grado di dialogare con il complesso delle minoranze. Ma la nostra opposizione, che sarà propositiva e combattiva, non si farà certo solo in Aula. Su sanità pubblica, liste d’attesa, riorganizzazione del welfare, politiche ambientali e per il lavoro, infrastrutture, Trenord, diritti, lotta alle mafie dovremo combattere nella società.

Cosa vorrà fare a tutti i costi in questi cinque anni?

Dobbiamo ottenere una vera riorganizzazione del sistema sociosanitario, agganciare la Lombardia all’Europa rispetto all’uso dei fondi a partire dal Pnrr, realizzare buone politiche con una nuova generazione di lombarde e lombardi: tutto ciò vorrà dire essere forti e propositivi. Ci batteremo a partire da qui.

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