Ladina chiuso in Comune (di nuovo), è guerra di esposti

I due sono nel bel mezzo di una guerra di esposti.

Ladina chiuso in Comune (di nuovo), è guerra di esposti
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Rimane chiuso negli uffici comunali, chiama il vicesindaco per farsi aprire e si becca l’esposto. E’ accaduto al consigliere di «Vaiano democratica e ambientalista» Andrea Ladina, che mercoledì scorso è rimasto chiuso nel Municipio, mentre stava scartabellando alcuni documenti.

Rimane chiuso in Municipio, è guerra di esposti

Secondo Ladina, la porta era aperta, le luci accese, e alle 16.30 circa, è entrato per poi rimanere chiuso dentro per un’ora. “C’era la donna delle pulizie – ha spiegato Graziano Baldassarre – Che non si è accorta che Ladina è entrato in Comune. Dopo aver finito le pulizie degli uffici se n’è andata e l’ha chiuso dentro. Il consigliere mi ha chiamato un’ora dopo, chiedendomi di andare ad aprirgli, l’ho fatto ma ho dovuto anche andare dai carabinieri a presentare un esposto poiché questa situazione con Ladina è insostenibile. Già nel 2014 aveva ricevuto un richiamo ufficiale per la stessa situazione, poiché si era verificata la medesima situazione. Ora, gli orari degli uffici sono dalle 10 alle 12.30, lui è venuto nel pomeriggio, a fare e a vedere cosa, poi, non si sa. Non potendo tollerare un comportamento del genere mi sono recato presso la stazione dei carabinieri di Bagnolo, per presentare un esposto. Una situazione del genere non deve più verificarsi”. Ma Ladina, ovviamente, non la pensa così e parte con il contro esposto.

“Avevo diritto di stare lì”

“In riferimento alle accuse strampalate di Baldassarre respingo tali vergognose insinuazioni in quanto la porta del Comune era aperta e le luci erano accese – ha detto Ladina – L’articolo 17 dello Statuto comunale dice che il consigliere ha una autonomia organizzativa e funzionale e pertanto non dipende né dal sindaco né dalla Giunta. Il consigliere ha piena autonomia di svolgere il suo lavoro quando lo ritiene opportuno. Se gli uffici erano chiusi come sostiene il Baldassarre perché la porta era aperta e le luci accese? Il consigliere non poteva sapere se vi fossero presenti o meno gli operatori dato che gli uffici sono diversi. Il fatto che il Baldassarre faccia un processo alle intenzioni dimostra la malafede del soggetto considerato anche il fatto che quando gli ho telefonato per venire in Municipio ed è venuto ad aprirmi perché qualcuno aveva chiuso la porta senza sincerarsi se vi fosse presente un impiegato o amministratore (e il sottoscritto è un amministratore) non ha fatto alcun rilievo sul fatto che fossi stato in Municipio”.

“Baldassarre arrogante”

“La sua reazione arrogante e maldestra del giorno seguente che si è messo a gridare in modo maleducato “vado dai carabinieri perché tu eri in Comune” è stata determinata solo dal fatto di aver letto quella mattina sui giornali la nostra Mozione in Consiglio comunale che chiedeva di non radere al suolo il viale dei tigli – ha continuato – Incapace di rispondere alla nostra mozione con argomenti politici seri il Baldassarre ha agitato lo spauracchio infantile “vado dai carabinieri” dimenticandosi che in Italia siamo in uno stato di diritto e non in uno stato di polizia. Diffido dunque il Baldassarre dall’associare il mio nome a basse insinuazioni tenuto conto che il sottoscritto nell’adempimento del suo mandato amministrativo non ha violato alcun regolamento e, di fatto, il Baldassarre non è stato in grado di citare alcuna norma al riguardo”.

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