Per gelosia picchia moglie e figlia con la cintura dei pantaloni

Le vittime non hanno volute essere trasportate in ospedale. 

Per gelosia picchia moglie e figlia con la cintura dei pantaloni
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Le vittime non hanno volute essere trasportate in ospedale.

Maltrattamenti in famiglia per gelosia

Nella notte tra il 25 e il 26 settembre 2019 i Carabinieri di Cremona sono intervenuti in via Mantova chiamati da personale del 118. Giunti sul posto i militari hanno trovato i sanitari insieme a un 27enne di origine senegalese e la moglie 30enne originaria anch'ella del Senegal, insieme alla figlia minore di 12 anni. Grazie agli accertamenti e alla cooperazione del personale del 118 è stato possibile appurare che l'uomo, per motivi di gelosia, volendo controllare il telefono cellulare della  moglie utilizzato dalla figlia minore, le aveva percosse entrambe con la cintura dei pantaloni. Le vittime, nonostante gli evidenti segni di violenza sul corpo, hanno rifiutato il trasporto presso l’ospedale. Non sono stati adottati provvedimenti durante gli accertamenti, tutt’ora in corso anche in relazione a pregressi maltrattamenti posti in essere dal 27enne nei confronti dei familiari.

Nel frattempo l’uomo ha deciso autonomamente di lasciare l’abitazione famigliare per andare a stare da un parente in città.

Tenta di comprare a rate un telefono fornendo falsa busta paga

A Cremona, al termine dei necessari accertamenti, i Carabinieri hanno denunciato per i reati di tentata truffa e di falsità in scrittura privata un uomo. Si tratta di R.S., nato a Milano nel 1978, residente a Genivolta e disoccupato. I Carabinieri, intervenuti in data 25.09.2019  alle ore 11.30 presso il negozio “Unieuro” di via Castelleone all’interno del centro commerciale “Cremonapo” su richiesta del responsabile predetta attività commerciale, hanno accertato che R.S., nel tentativo di acquistare a rate  un telefono cellulare marca Samsung Galaxy s10 del valore di euro 800 circa, all'atto di formalizzare la richiesta di finanziamento, forniva una busta paga falsa. In seguito ad accertamenti è risultato che l'uomo aveva apposto il proprio nome su una busta paga di una ditta di Cremona (per cui non lavorava assolutamente), ciò al fine di ottenere il finanziamento, essendo lo stesso disoccupato.

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