A capo della Chiesa di Crema

Ombre sul vescovo Cantoni: a Crema non fece dimettere prete ciellino condannato per pedofilia

A ripuntare i riflettori sulla vicenda è il blog “Silere non possum” che ha ottenuto copia degli atti del procedimento penale amministrativo della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Ombre sul vescovo Cantoni: a Crema non fece dimettere prete ciellino condannato per pedofilia
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A fine agosto, Papa Francesco ha nominato venti nuovi cardinali. Tra questi c’è anche monsignor Oscar Cantoni, attuale vescovo di Como: l'accusa è che quando era a capo della Chiesa di Crema, non fece dimettere dallo stato clericale, don Mauro Inzoli, sacerdote di Comunione Liberazione condannato in Cassazione per pedofilia.

Gli atti del procedimento penale

A ripuntare i riflettori sulla vicenda è il blog “Silere non possum”, fondato da Marco Felipe Perfetti nel 2021, che ha ottenuto copia degli atti del procedimento penale amministrativo della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Dalla documentazione del procedimento 665/2010 della Congregazione per la dottrina della fede, emerge che il sacerdote cremasco fu, in un primo momento “graziato” da parte del suo vescovo Oscar Cantoni. Tale scelta avvenne nonostante Cantoni dichiarò nel decreto che erano accertati gli abusi commessi. 

Don Mauro Inzoli

La dimissione dallo stato clericale

Il vescovo Cantoni arrivò addirittura a convincere il Papa ad avocare a se la causa per poter salvare don Mauro Inzoli da una pena severa che la Congregazione aveva ordinato di infliggere: la dimissione dallo stato clericale. Nonostante questo, Papa Francesco ha elevato alla dignità cardinalizia un vescovo che voleva coprire un pedofilo e grazie a quel provvedimento Inzoli riuscì ad abusare di altri bambini nel periodo 2014-2016.

La condanna definitiva

Solo dopo l’ennesima reiterazione e dopo che Cantoni fu mandato a Como, riuscirono a farlo condannare definitivamente. In Cassazione don Mauro Inzoli è stato condannato a 4 anni, 7 mesi e 10 giorni di reclusione. In Italia il processo si era ridotto a contestare gli abusi su cinque ragazzi, per via della prescrizione: il più piccolo di 12 anni, il più grande di 16.

(Foto: Silere non possum - in copertina: monsignor Oscar Cantoni)

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