Anno 2020-2021

Influenza stagionale: a che punto siamo con la campagna vaccinale?

A tirare le somme è ATS Val Padana che gestisce i territori di Cremona e Mantova.

Influenza stagionale: a che punto siamo con la campagna vaccinale?
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Influenza stagionale: andamento della campagna vaccinale 2020-2021. A che punto siamo? Ce lo dice ATS Val Padana.

Influenza stagionale: come sta andando la campagna vaccinale?

ATS Val Padana ha dato avvio della vaccinazione antinfluenzale nel proprio territorio di competenza a partire dal 26 ottobre 2020. Come noto, nelle nostre province di pertinenza – Cremona e Mantova - è stata riscontrata un’importante collaborazione da parte della Medicina Territoriale. Infatti, il 99% dei Medici di Medicina Generale e oltre il 60% dei Pediatri di Libera Scelta hanno dato la disponibilità ad eseguire la vaccinazione antinfluenzale ai propri assistiti.

La collaborazione con le ASST territoriali

Il Piano operativo della campagna vaccinale 2020/21 predisposto da ATS Val Padana, in collaborazione con le 3 ASST di Crema, Cremona e Mantova, con i Medici di Medicina Generale ed i Pediatri di Libera Scelta, e altri Enti Erogatori (Strutture socio sanitarie e Strutture sanitarie di ricovero e cura private accreditate), prevede, come noto, anche la somministrazione dei vaccini antinfluenzali presso i centri vaccinali delle ASST.

La somministrazione dei vaccini presso le ASST è partita all’inizio del mese di novembre, prevista in forma gratuita e con periodicità differenti a seconda delle differenti categorie (donne in gravidanza, pazienti fragili, over 65, operatori sanitari e i bambini fino al sesto anno di età). La prenotazione è obbligatoria per tutte le categorie.

Rimodulazione dell'approvigionamento dei vaccini

ATS è consapevole che le ASST e i Medici di Famiglia hanno avuto e/o potrebbero avere necessità di riprogrammare gli appuntamenti già fissati con i pazienti per la somministrazione della vaccinazione. Il disguido non è causato da disorganizzazione locale, ma è causato da una rimodulazione dell'approvvigionamento dei vaccini da parte dei fornitori, da cui anche ATS Val Padana (e quindi medici e farmacie), ASST di Crema, Cremona e Mantova dipendono. Possiamo fornire rassicurazioni che le dosi di vaccino verranno consegnate e l'attività di somministrazione, laddove necessario, sarà dunque riprogrammata.

Al contempo si ribadisce però la necessità che i pazienti non eseguano la “doppia prenotazione”: se ci si rivolge al proprio medico di medicina generale non è opportuno effettuare la prenotazione anche presso la propria ASST o viceversa. Tale corsa alla prenotazione genera disagi all’organizzazione e alla effettiva erogazione a tutti gli aventi diritto. È necessaria pertanto la massima collaborazione di tutti.

Ritirate quasi la totalità dei vaccini

Il fabbisogno stimato da ATS Val Padana per questa campagna vaccinale è stato incrementato di circa due volte rispetto alla scorsa campagna vaccinale. Per quanto riguarda una prima valutazione dell’andamento della vaccinazione antinfluenzale nel territorio di ATS Val Padana, si informa che dal 26 ottobre al 13 novembre sono state distribuite ai medici di medicina generale circa 47.300 dosi di vaccini (di cui circa 21.500 per la provincia di Cremona e circa 25.800 per la provincia di Mantova), relativi alle prime 4 tranche messe a disposizione da Regione Lombardia; la quasi totalità del medici aderenti (il 95%) ha proceduto a ritirare il 98,8% delle dosi di vaccini antinfluenzali previste.

Ordinare nuove dosi

A partire poi dal 16 novembre i medici di medicina generale possono ordinare altre 94.500 dosi di vaccini antinfluenzali per gli over 65 anni (di cui circa 46.700 per la provincia di Cremone e circa 47.800 per la provincia di Mantova) da ritirare in 2 tranche a partire dal 18 novembre.

La ragione dell’implementazione e rafforzamento della copertura vaccinale per l’influenza stagionale si fonda su importanti motivi clinico-epidemiologici: evita la sovrapposizione di un altro fattore epidemico; riduce i ricoveri per influenza e le sue complicanze; riduce le assenze del personale sanitario per patologia influenzale; rende più semplice una diagnosi differenziale tra patologia influenzale e COVID-19; infine, consente una maggiore protezione dei soggetti fragili e con condizioni di rischio.

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