Lo sviluppo del Grande Fiume

Il TG1 a Cremona: “Il porto punto di riferimento per l'imbarco di carichi eccezionali"

La troupe della Rai gira un documentario sui territori del fiume Po.

Il TG1 a Cremona: “Il porto punto di riferimento per l'imbarco di carichi eccezionali"
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Signoroni: “Porto di Cremona rimane un punto di riferimento per l'imbarco di carichi eccezionali. Necessario sviluppare il trasporto fluviale”.

Rai1 a Cremona

La troupe Rai speciale Tg1, con il giornalista Enzo Miglino, ha fatto tappa anche a Cremona, intervistando il Presidente della Provincia di Cremona, Paolo Mirko Signoroni ed i referenti dell’Aipo. Il filo conduttore del documentario, che andrà in onda in autunno, riguarda la ripresa dei territori sul fiume Po dopo la pandemia Covid, sotto il profilo sanitario e dal punto di vista economico, anche per la parte attinente allo sviluppo delle attività imprenditoriali e trasportistiche sul grande fiume.

Lo sviluppo del Po

In tale contesto, il Presidente Signoroni ha rappresentato lo stato dell’arte e le possibile ipotesi progettuali di sviluppo sul Po.

“Pur nelle attuali difficoltà di risorse sempre più limitate – ha precisato il Presidente Signoroni – diversificate sono le attivitá delegate dalla Regione. L'operatività della struttura viene garantita dalla Provincia di Cremona, che svolge appunto le funzioni di Autorità portuale e rilascia concessioni e si occupa di manutenzioni e realizzazione di nuove infrastrutture”.

Ha continuato Signoroni: “Il porto di Cremona rappresenta un importante centro intermodale grazie alla peculiarità di poter disporre delle tre modalità di trasporto: acqua, ferro e gomma. Il porto stesso e le aree affacciate sul canale navigabile costituiscono una realtà vivace all'interno del tessuto produttivo cremonese e del nord Italia".

"Lo dimostrano i dati della movimentazione delle merci passati dalle 680.000 t. del 2014 a circa 1.800.000 del 2019, di cui 1.300.000 via ferrovia 498.000 via strada e 2.000 via acqua. Sul raccordo ferroviario che da Cavatigozzi scende al porto ed alle industrie insediate sull'asta del canale, sono transitati nel 2019 circa 52.000 carri ferroviari, con un incremento in 8 anni del 294%, togliendo dalla strada, solo nel 2019, ben 216.000 autocarri, con riduzione di inquinamento, usura delle strade ed incidenti.

Per far fronte al costante aumento della richiesta di traffico la Provincia si sta adoperando, con il coinvolgimento anche economico del concessionario del servizio di movimentazione ferroviaria, per il potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria, attraverso la costruzione di ulteriori tre binari all'interno del porto. I lavori sono in corso. Questo intervento rappresenta, in un momento di scarse risorse finanziarie, un esempio virtuoso di sinergia pubblico-privato. Inoltre, non ci sono più aree libere nel porto Cremona. Tutte quelle disponibili sono state assegnate ad operatori che potenzialmente sono in grado di utilizzare la modalità via acqua. Le industrie insediate nell'area, pur in un momento di estrema difficoltà per il Paese, stanno realizzando degli ampliamenti dei propri insediamenti produttivi”.

"Punto di riferimento per carichi eccezionali"

Ha continuato Signoroni: “il porto di Cremona rimane un punto di riferimento per l'imbarco di carichi eccezionali. Tra gli ultimi, nell'ottobre del 2019, è partito, destinazione porto Marghera e quindi Inghilterra, un convoglio con una camera iperbarica di 270 t, ed altri due nel febbraio 2020.

Lo sviluppo della navigazione sconta tuttavia la mancanza di una infrastruttura (canale) che garantisca condizioni di navigabilità per tutto l'anno. Attualmente la navigazione, a corrente libera, attraverso il fiume Po, risulta difficile in momenti di particolare siccità, determinando la bassa competitività economica complessiva della via d'acqua, rispetto ad altre modalità di trasporto. Per cercare di rendere competitiva la navigazione fluviale sono stati stanziati dalla legge finanziaria per il triennio 2020-2022 degli incentivi economici (2 milioni di euro per l’anno 2020 e di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022), che potrebbero rappresentare la svolta che gli operatori chiedevano”.

L'aspetto sportivo e ricreativo

Signoroni ha poi rappresentato anche il contesto attiguo del porto, non solo dal punto di vista produttivo, ma sportivo e ricreativo: “Accanto alle strutture con vocazione commerciale, connesse al traffico merci, nel porto di Cremona troviamo una zona ricreativa attrezzata, con pontili per l’ormeggio di imbarcazioni da diporto. Svolgono la propria attività società sportive impegnate a favorire lo sport, anche tra le persone diversamente abili; vi sono anche strutture per attività ricreative e sportive”.

I possibili sviluppi

Infine, un accenno al futuro del fiume, dal punto di vista trasportistico e dei possibili sviluppi: “Come detto, attualmente l’andamento del fiume, le condizione idrogeologiche e la siccità rendono, unitamente ad altri fattori, non proprio agevole il trasporto sul fiume.

L’orientamento generale che si sta muovendo tra le Istituzioni ed Autorità competenti, è quindi, quello di prevedere non tanto la bacinizzazione del Po, ma la sistemazione a corrente libera, che permetterebbe di garantire una profondità dell’alveo del fiume pari o superiore a 2 metri, con costi di realizzazione sicuramente molto inferiori alla stessa bacinizzazione.

Inoltre, tale progetto di sistemazione a corrente libera è certamente meno impattante e più sostenibile.

Ovviamente il Governo deve metterci le risorse adeguate per realizzare questo e consentire una migliore fruizione a livello trasportistico delle stesso fiume; ne gioverebbe molto di più l’interscambio ferro-gomma, la qualità dell’aria e l’impatto sulla rete stradale, spostando sempre più carico merci sul fiume riqualificato, abbassandone anche i costi, nei modi che ho espresso. Ma, ripeto, servono risorse ed interventi complessivi”.

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