Al Teatro Ponchielli il 16 ottobre arriva Fiorella Mannoia

A grande richiesta con il nuovo “Personale tour”.

Al Teatro Ponchielli il 16 ottobre arriva Fiorella Mannoia
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Fiorella Mannoia e la sua musica ritornano a Cremona Mercoledì 16 ottobre al Teatro Ponchielli.

Fiorella Mannoia torna a Cremona

E’ uscito in primavera “Personale”, il nuovo album di inediti di Fiorella Mannoia. L’album è composto da 13 brani, 13 storie che raccontano consapevolezze e prese di coscienza, riflessioni su se stessi, sull’umanità, sulla vita e sui sentimenti, in tutte le loro sfaccettature, e molto altro ancora. Preziosa e variegata la scelta degli autori: Federica Abbate, Giulia Anania, Amara, Luca Barbarossa (autore di un brano in romanesco), Bungaro, Antonio Carluccio (autore e interprete di un duetto con Fiorella in dialetto napoletano), Cheope, Cesare Chiodo, Marialuisa De Prisco, Ivano Fossati, Daniele Magro, Rakele, Zibba e la stessa Fiorella Mannoia.

L’album è anche – come dichiara l’artista – una «piccola e umile “personale”», da cui il titolo. A rafforzare il racconto delle canzoni, infatti, trovano spazio fotografie realizzate da Fiorella in varie parti del mondo. Una passione, quella della fotografia, che l’artista ha recentemente approfondito e condiviso sui social network.

“Mi ha sempre affascinato il mondo della fotografia, ho sempre scattato foto con il cellulare ma non avevo mai comprato una macchina fotografica. Nasce da qui Personale, che non è altro che la mia visione del mondo. Adesso cammino come un cacciatore, guardandomi intorno se c’è una faccia, un taglio di luce o qualcosa da fotografare”.

“Non mi sento ancora pronta per una mostra fotografica in giro per l’Italia, ma la farò quando potrò affrontare un fotografo che mi chiederà minuzie tecniche.

La musica della Mannoia unisce grandi e bambini. Ad esempio, al live di Padova c’era Maria, di 8 anni e quello di Fiorella era il suo primo concerto:

«Mi commuove perché vedere una bambina di 8 anni che canta “Quello che le donne non dicono” che io ho registrato non solo quando lei non era ancora nata, ma quando non era neanche pensata e vagava nell’etere, mi emoziona. È una canzone che ha passato le generazioni. Quando vedo i giovani che assistono ai miei concerti penso che qualche semino ha attecchito. È questa la bellezza del nostro mestiere, riuscire nonostante gli anni ad essere trasversali e passare tra le generazioni»

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