“I mercoledì in Provincia”: Carlo Urbino da Crema e la sua attività nel Cremonese

Continua il ciclo di incontri in sala del Consiglio Provinciale, aperti al pubblico, a carattere culturale, economico, sociale.

“I mercoledì in Provincia”: Carlo Urbino da Crema e la sua attività nel Cremonese
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“I mercoledì in Provincia”: ieri, 3 ottobre, Carlo Urbino da Crema e la sua attività nel Cremonese

I mercoledì in Provincia

“Carlo Urbino da Crema e la sua attività nel Cremonese”: questo il titolo dell’appuntamento afferente ai “mercoledì in Provincia”, che si è tenuto ieri, 3 ottobre, presso la sala del Consiglio Provinciale con Angela Bellardi, Presidente Società Storica Cremonese e Alessandro Bonci, curatore della tesi su Carlo Urbino da Crema.

Il ciclo degli “incontri”, sono promossi dalla Provincia con Adafa, Archivio di Stato di Cremona, Biblioteca Statale di Cremona, Centro Incontri Diplomatici, CSV Lombardia Sud, Istituto per la Storia Del Risorgimento Italiano - Comitato delle province di Cremona e Lodi, Società Storica Cremonese, Touring Club Italiano Club di Territorio di Cremona, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona e della Camera di Commercio di Cremona.

Gli interventi

Angela Bellardi, presidente della Società Storica Cremonese, nella sua introduzione ha evidenziato come la figura di Carlo Urbino da Crema, pur essendo poco nota rispetto ai grandi maestri dell’arte pittorica del Cinquecento, sia fondamentale per ricostruire un frammento centrale della nostra tradizione artistica locale.

E’ seguita la relazione di Alessandro Bonci, curatore della tesi su Carlo Urbino da Crema, che ha evidenziato come l’artista, di origine marchigiana ma cremasco d’adozione, sia uno dei protagonisti più complessi della ricca ed eclettica stagione del Manierismo lombardo.

Basti considerare come la sua attività nota tra il 1553 e 1585, riscoperta a livello locale a partire dagli anni ‘60 e ‘70, sia ritrovabile soprattutto a Milano, ad iniziare dal Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, nelle cappelle prospicienti il deambulatorio piuttosto che a Pallanza, Pavia o a Crema presso i Musei Civici e a Santa Maria della Croce. Il suo linguaggio è debitore del contesto cremasco, soprattutto dei modelli di Benedetto Diana e Vincenzo Civerchio, e della grande scuola cremonese.

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